Abbiamo letto non senza stupore la farneticante risposta dall’associazione di imprese che si è aggiudicata la gara per il faro di Punta Polveraia a Patresi  sul comunicato congiunto di Italia Nostra e Lagambiente.  Nonostante gli estensori della spericolata risposta mostrino così poca dimestichezza con l’ambientalismo da chiamare erroneamente “Lega  Ambiente” Legambiente, non si esimono dal dare a due importanti sezioni locali di due note associazioni ambientaliste lezioni di cultura ed etica ambientale e a definire “sedicenti” i loro rappresentanti locali.

Lasciando perdere le ridicole ricostruzioni complottistiche da bar fatte dall’associazione locale di imprese,  ricordiamo agli smemorati estensori di un testo malpensato e ancor peggio scritto che Legambiente e Italia Nostra  non hanno mai nominato nel comunicato le vicende che coinvolgono i concorrenti alla gara sul Faro di Patresi, ma si sono attenute a dare solo un giudizio dal punto di vista ambientale e paesaggistico dell’insostenibile progetto presentato, che ora ci si dice copiato da uno presentato in Sardegna. Come se questo consentisse di trasformare il Faro di Patresi in un ecomostriciattolo. Lasciando da parte le strampalate valutazioni del nostro tasso di ambientalismo scientifico, quel  di cui siamo sicuri è che quanto proposto per trasformare il Faro di Punta Polveraia in qualcos’altro  è in contrasto con gli strumenti urbanistici del Comune di Marciana, col Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, con i vincoli paesaggistici ricadenti sull’area, con il Piano Paesaggistico della Regione Toscana, con le Direttive Habitat e Uccelli e che non si capisce come sia stato possibile che tutto questo sia stato ignorato. Una cosa è il rispetto delle regole urbanistiche e ambientali sempre e in qualsiasi occasione, l’altra è la libera partecipazione o sostegno di chiunque a progetti che partecipano a bandi di gara su presupposti corretti.

Quello che è certo è che faremo tutto quel che è nelle nostre possibilità e competenze per evitare a Patresi e all’Elba un simile sfregio.

Il resto sono solo offensive ricostruzioni al limite della querela che, per non infierire su chi sembra in così gran confusione, per ora preferiamo ignorare.

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