L’abuso dell’oleandro

Questa puntata è dedicata all’oleandro, o meglio all’abuso dell’oleandro, come simbolo per l’attuale banalizzazione, in questo caso, “l’oleandrizzazione” dell’Elba. Dove un giorno esistevano campagne e vegetazione autoctona naturale, adesso lo sviluppo urbano ed extra urbano è sottolineato principalmente da distese di pitosfori e oleandri, che sembrano le piante per eccellenza deputate a ornare i nostri spazi nuovi, sia residenziali che pubblici.

oleandroL’oleandro è una pianta facile, gentile, robusta, allegra, colorata, che ama il nostro clima italiano e riesce ad attecchire e prosperare pressoché ovunque. Se di “oleandrizzazione” dobbiamo morire, allora perché non rispettare le caratteristiche di questa pianta? Insieme alla banalizzazione del nostro verde esiste un appiattimento delle competenze delle persone che se ne occupano.

“Riprendo – scrive Cecilia Pacini di Italia Nostra – qui qualche passo di un’intervista del 2010 al Tirreno, ancora attualissima”. “Sindaci, attenti”, sottolinea l’arch. Paolo Pejrone, un quasi elbano DOC conosciuto e stimato in tutto il mondo, ma ancora poco conosciuto all’Elba. La sua critica è rivolta soprattutto agli amministratori, che – dice – spesso scambiano “gli alberi per pali”, elencando numeri di essenze messe a dimora senza ricordare quante di queste moriranno. Per colpa dell’incuria, o semplicemente per errori nella scelta del luogo e dei tempi. Si ispirino al nord Europa o ai francesi, suggerisce citando esempi pratici, maestri attuali del verde pubblico.
 L’architetto Pejrone promuove i viali di palme (non quelle tristi isolate, immolate sulle rotatorie) e plaude alle piante semplici: oleandri, edera – valido sistema per coprire il cemento, boccia i pratini all’inglese, troppo costosi e innaturali, così li definisce. Boccia anche la moda della “giardineria” di rotatorie e uscite stradali. E invita a progettare giardini pubblici sicuri e ben illuminati. Pochi parchi – è il suo consiglio – ma grandi, fruibili e ben tenuti”.

Continua l’architetto: “Fra le mie abitudini progettuali c’è quella di fare dei giardini che siano capaci di crescere da soli, di evolversi nel tempo con una richiesta minima di interventi da parte del proprietario, così da ridurre i costi della manutenzione. Bisogna curarne la crescita, ma se a monte si è fatta la scelta delle piante giuste per il posto, saranno sufficienti poche cure e solo qualche potatura per riequilibrare i volumi. Nei miei progetti non faccio nessuna ricerca di “bravure psicologiche”, le aborro perché preferisco rispettare la dignità del giardino stesso, delle piante che lo compongono. Per me nella creazione di un giardino sono infatti più importanti le piante del disegno. La parte architettonica può esistere ed essere molto bella, ma non ha mai un peso maggiore rispetto alla componente vegetale.”

La trasmissione “Oltre il Giardino” andrà in onda su Tele Elba (canale 214 del Digitale Terrestre) il giovedì dopo il telegiornale serale delle 20,30 e sarà ripetuta la domenica dopo il telegiornale giornaliero delle 13,30. Ogni puntata sarà visibile anche all’interno del sito della Sezione Isola d’Elba e Giglio di Italia Nostra, oltre che ovviamente nella prima finestra  video in basso di www.tenews.it.


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