Ho letto in queste ultime settimane sui giornali locali del progetto di un nuovo centro commerciale che si vorrebbe realizzare a Portoferraio nella collinetta che era dominata un tempo dalla fortezza di Saint Cloud, successivamente da una centrale elettrica e dall’ edificio residenziale realizzato da Coppedé. La domanda che mi faccio a priori è quella se davvero ci sia una convenienza ad aprire un nuovo centro commerciale a Portoferraio dove già il commercio al dettaglio, con l’avvio di quattro grandi supermercati nella periferia, è da anni in sofferenza e dove il centro storico appare sempre più desolato e in continua tensione per tentare di attirare abitanti, attività commerciali e turismo all’interno della cinta cinquecentesca.
A parte questa premessa dettata da un semplice buon senso, vorrei segnalare una volta di più che quella collinetta, oggi abbandonata e aggredita dal traffico e dal parcheggio, non è per nulla un luogo qualsiasi da occupare con una costruzione qualsiasi, ma ha al suo interno molti elementi che appartengono alla storia della città e dell’isola anche se sono poco conosciuti, invisibili e delimitati da pannelli pubblicitari, segnaletica, mediocri utilizzi, abbandoni.
Sono invece convinta che un vero progetto di riqualificazione dell’intera area, non certo facendo primari gli interessi propri di un centro commerciale, sarebbe una straordinaria opportunità per recuperare un affaccio al mare, restaurando, anche a fini commerciali ma di qualità, gli edifici storici, ricucendone il senso con un progetto che riapra quella parte di Portoferraio al mare e alla vista sulla baia, magari anche con un passeggio belvedere che unisca i diversi affacci, valorizzando le memorie esistenti, concludendo idealmente una passeggiata che partendo dal porto vecchio mediceo, possa proseguire lungo la baia, incontrando il succedersi delle emergenze storiche.
La baia meravigliosa di Portoferraio è infatti caratterizzata dal succedersi di una serie di bellezze storico paesaggistiche, dai borghi di San Giovanni, Magazzini, Bagnaia, alla presenza dominante del Volterraio, alla Villa Ottone, alla Chiusa con lo storico muro e le vigne, al complesso della Villa romana, ai resti delle vecchie saline, un profilo di una bellezza unica che alterna natura con architetture di pregio, uno skyline che il progetto del “cammino della rada” vorrebbe recuperare degnamente. Penso allora che il cammino potrebbe venire concluso da una sorta di “porta della città”, anche a chi arriva via mare, realizzata nella collinetta: il patrimonio storico e artistico c’è già, ed è alla portata di tutti e, una volta riqualificato e collegato, potrebbe costituire una sorta di grande paesaggio culturale diffuso dove troverebbero posto tutti gli elementi della storica baia.

Prof. Arch. Mariapia Cunico 13 ottobre 2016

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