ITALIA NOSTRA  Aps

CONGRESSO NAZIONALE DEI SOCI
Roma 28-30 Ottobre 2025

Avendo partecipato a questo importante appuntamento, ritengo opportuno trasmettere i punti salienti
emersi dalla discussione sugli argomenti che più mi hanno interessato.

I BENI CULTURALI
La nostra Associazione da sempre ha attivato un gruppo di lavoro che monitora costantemente le
dinamiche cui questo importante argomento è sottoposto, soprattutto la politica e i cambiamenti delle
strategie del Ministero della Cultura.
Nell’occasione ci sono stati forniti una serie di spunti sui quali si è sviluppata una interessante discussione
che ha evidenziato i molteplici aspetti della situazione che cercherò di sintetizzare.

1) L’Art.9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della CULTURA e la
RICERCA SCIENTIFICA E TECNICA”.
Tra le varie modifiche legislative che recentemente sono intervenute, nel 2022 il Parlamento ha
aggiunto “…DELL’AMBIENTE, DELLA BIODIVERSITA’ E DEGLI ECOSISTEMI…” Italia Nostra
ha difeso con scarsi risultati le ragioni di mantenere immutato il testo originario ma non per questo
ha smesso di portare il proprio messaggio cercando di indirizzarlo in particolare sui concetti di
TUTELA, CONOSCENZA, CONSERVAZIONE, VALORIZZAZIONE e FRUIZIONE.

2) TUTELA: L’aspetto sicuramente più significativo è oggi rappresentato dalla emergenza che
deriva dalla “LEGGE DELEGA” che il Governo vuole varare per la revisione del Codice dei Beni
Culturali e del Paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica. Il disegno di
legge, oggi portato avanti dal Governo, in particolare dall’Onorevole Federico Mollicone,
presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati,
si pone l’obiettivo di rivedere il ruolo delle Soprintendenze con un duplice scopo: da un
lato garantire la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico in maniera più efficace, dall’altro
semplificare i procedimenti amministrativi centrali, trasferendo le competenze alle autorità
amministrative locali. A tal proposito, è stato ribadito nell’incontro il parere nettamente contrario a
tale impostazione, evidenziando come tale DELEGA a soggetti istituzionalmente incompetenti
come gli Enti locali, costituisce certamente un degrado del giudizio di merito sul VALORE ed il
PREGIO del patrimonio sottoposto a tutela. Questa impostazione legislativa evidenzia una visione
riduttiva dei Beni Culturali ed è del tutto estranea ai principi sanciti dall’Art. 9 della Costituzione.
Su questo fronte la situazione di stallo dello SMART, che stiamo vivendo nel nostro territorio, ne
è un concreto esempio. La svalutazione delle prerogative delle Soprintendenze è l’altro argomento
che è stato affrontato: sia Manuela Baldracchi, Vice-Presidente della Sezione di Trento, sia
Giovanna Familari, Presidente di quella di Reggio Calabria, hanno denunciato lo svuotamento dei
presidi dello Stato sul territorio, con progressiva diminuzione del personale che sempre più si
riduce a pochi elementi che hanno responsabilità su svariati comuni con ovvie conseguenze.
Anche noi abbiamo confermato la problematicità di questa situazione che ormai da qualche anno
stiamo verificando direttamente sul nostro territorio dove i nostri esposti e le nostre emergenze
ormai non sono prese in carico da nessuno. Il depotenziamento delle strutture territoriali impegnate
nella sorveglianza e controllo dei territori da parte del Ministero della Cultura e delle
Soprintendenze ha prodotto gravissimi danni sia al paesaggio sia ai beni artistici, architettonici ed
archeologici. La Riforma Franceschini ha ad esempio scorporato il museo Archeologico dal Parco
Archeologico creando una frattura insanabile ad un meccanismo che invece funzionava in piena
sintonia.

3) CONOSCENZA E CONSERVAZIONE: non si conosce l’effettiva dimensione della quantità e
della qualità del patrimonio culturale; tutti i progetti di catalogazione che hanno interessato negli
anni scorsi l’Istituto Centrale e quelli delle Regioni non hanno avuto più risorse al completamento
della programmazione che si è fermata alla semplice fase di ricognizione. Non si può
semplicisticamente pensare che, in mancanza di un “inventario” ben articolato, un bene sia tutelato
dalla dichiarazione di interesse culturale (ex.art.12 D.Lgs 42/2004), che lo assoggetta a
vincolo. Intanto siamo rimasti tutti concordi nel proporre una correzione alla normativa in vigore
per innalzare il tempo del cosiddetto “distacco storico” dei beni a 70 anni dagli attuali 50. Il nostro
Gruppo Beni Culturali si è impegnato ad avanzare questa proposta insieme a quella di una
“schedatura” dei Beni Architettonici, Artistici e Paesaggistici in collaborazione con le
Soprintendenze così svuotate come detto.

4) VALORIZZAZIONE-FRUIZIONE: La politica di autonomia dei grandi musei nazionali non ha
portato i risultati sperati; i più attivi infatti per i 2/3 del loro bilancio fanno ricorso a finanziamenti
pubblici; c’è la necessità di un vero ripensamento sull’uso dei LUOGHI DELLA CULTURA. La
pianificazione della valorizzazione dei beni culturali è sempre più delegata al partenariato
pubblico-privato, un mercato nel quale compaiono pochi soggetti che hanno come unico obiettivo
la bigliettazione e il marketing. Non vi è più traccia della minima pianificazione della FRUIZIONE
e della CONSERVAZIONE del bene. Da più parti è stata criticata la liberalizzazione dell’entrata nei
musei pubblici nella prima domenica di ogni mese dove si assiste ad una forte assenza di personale
di controllo; situazione che si enfatizza nella crescita degli accessi ai monumenti ed alle città
d’arte spesso nella completa mancanza di piani di controllo compatibili con la sostenibilità della
“grande massa”.

I BORGHI

ITALIA NOSTRA ha costituito un gruppo di lavoro che ha implementato un Piano straordinario per il
RESTAURO, la MESSA IN SICUREZZA ed il RIUSO del Patrimonio
STORICO, ARCHITETTONICO, URBANISTICO dei BORGHI e dei CENTRI STORICI MINORI, con
priorità per le aree interne o marginali a più grande rischio sismico.
Questi i principali obiettivi: a) riequilibrio territoriale; b) freno allo spopolamento delle aree
interne; c)conservazione delle caratteristiche storiche, architettoniche ed ambientali; d) sicurezza
antisismica e idrogeologica; e) prevenzione sismica.
Gli strumenti individuati per raggiungere questi obiettivi sono: a) mantenimento dei servizi di base;
b) creazione di occasioni di lavoro; c) incentivazione dei capitali privati per iniziative veramente sostenibili;
d) coordinamento ed ottimizzazione delle risorse pubbliche. Il Piano vuole affiancare importanti
strumenti già varati quali la “Strategia Nazionale Aree Interne, il SISMA BONUS, l’ECOBONUS, in sé
iniziative benemerite ma carenti nelle procedure e negli aspetti qualitativi e di controllo.
Il Piano è allineato all’ AGENDA ONU 2030 per uno Sviluppo Sostenibile, alla “AGENDA del
Controesodo” di ANCI per i piccoli Comuni.
Il Piano, per quanto riguarda la gestione, prevede la costituzione di una struttura centrale dedicata e
permanente, dotata di personale formato, con la funzione di coordinamento ed indirizzo di unità tecniche
Regionali e Tecnico-Finanziarie Comunali, supportata da un COMITATO TECNICO SCIENTIFICO da
proporre ai Ministeri MIC, MIT, MEF e Ministero Ambiente e sicurezza energetica.
In molti abbiamo suggerito di fare riferimento alla nostra LISTA ROSSA che costituisce un serbatoio di
conoscenza non indifferente in base anche alla definizione che è stata data di BORGO “qualsiasi
agglomerato di manufatti esterni alla cerchia muraria della città che venga considerato suscettibile di
conservazione”.