Mi è venuto da pensare alla nostra città, al suo centro storico, alla parte piu’ moderna e del porto, alla zona commerciale: questi tre elementi dovrebbero essere uniti tra loro in modo armonico e curato. Stiamo vivendo un momento unico e importantissimo per il nostro futuro.

I portoferraiesi lo sanno bene, per la maggior parte della popolazione è chiarissimo: il centro storico è bello cosi com’è. Va lasciato in pace e tenuto in ordine e pulito, niente fronzoli, niente sprechi.

Nel dubbio, casomai “avanzassero” dei fondi, una domanda è lecita: è meglio un vaso nuovo o una buca riparata? E’ meglio una panchina-strapuntino o il puzzo di bottino davanti al mercato vecchio? E’ meglio una piantina spennacchiata o spazzatura appoggiata di qua e di là in piazza? non aggiungo per pudore un bel giardino al posto della Gattaia, tanto ormai è tardi. Qualche tempo fa ho scattato delle foto in giro sul degrado in centro, ma sono sicura che sono state dimenticate. Un altro esempio? Contate i cartelli, i pali (senza cartello) e la segnaletica provvisoria sul molo del Gallo, sculture comprese.

Appena fuori dal centro storico, una via Carducci e via Manganaro sono cresciute anonime. Niente le armonizza con il centro storico. Ancora oltre c’è una periferia senza anima e in espansione: la zona industriale, con le sue degnissime attività, è però esposta come una prima attrazione. Sembra che per aumentare le vendite si preferisca aumentare i cartelli o i watt, con una richiesta sempre crescente di energia.

Il piano per la nuova portualità ricorda il disegno di un aereoporto. E’ dura al giorno d’oggi essere dei semplici passeggeri a piedi. L’ombra è un ricordo del passato, la parola “viale alberato” ha un suono arcaico, non “moderno”. L’illuminazione esagerata dirompe.

Le piante, che dovrebbero rendere più piacevole la città, sono doloranti. Panse’, bossi!?, palmette nei vasi; palme sulla nuova striscia di porto (Honolulu Bay?); vasi di cemento a go-go, compresi quelli rotti o arrugginiti; poveri platani sofferenti da anni, potati in modo da non offrire ombra; oleandri rapati o mozzati quasi ovunque; sterpaglia dirompente nel sudicio; un paio di salici nelle rotonde; faretti affogati nell’erba per sculture d’alluminio con uccelli svolazzanti; camion parcheggiati ovunque ci sia uno spiazzo libero.

Me ne sono accorta piano piano: mi spiace da morire ammetterlo, ma Portoferraio sta diventando brutta. Togliamo la parte medicea. Togliamo la spiaggia delle Ghiaie. Cosa rimane? Quanto difficile è avere una città armonica, che ci assomiglia, e non moderna e avveniristica, con vasi che sembrano spuntare per caso?

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