Pubblicato su Facebook  marzo 2020

La Fondazione ringrazia Massimiliano Zane per il permesso di riprodurre e condividere alcuni suoi appunti e ciclo di lezioni sulla Progettazione Culturale.  Tre slides su un tema fondamentale, la Convenzione di Faro che ispira tutti i nostri eventi e tutte le nostre iniziative.

Un percorso di tenore generale per comprendere le basi per impostare una progettualità culturale, e come mettere a valore le opportunità offerte dal patrimonio con le necessarie accortezze.  Progettare cultura in modo partecipato è, appunto, la partecipazione.

 

Slide 2: CULTURAL HERITAGE, UN PONTE DI TRASMISSIONE DI CONOSCENZE

Il valore del patrimonio culturale oggi si aggancia all’esistenza reale e quotidiana delle persone e persegue risultati concreti, come il miglioramento della qualità della vita e la creazione di nuove fonti di reddito.

È fonte di apprendimento non formale, capace di migliorare lo scambio e il dialogo sia intergenerazionale che interterritoriale, che anche tra cittadini e turisti, favorendo la diffusione culturale e di tradizioni ed avviando concreti processi di gestione coordinata di un sistema complesso (e frammentato), secondo una logica di coerenza, rigore ed originalità.

Ma questo cosa significa? Significa che possiamo (dobbiamo) reinterpretare il nostro patrimonio iniziando a co-progettare, co-produrre e co-ordinare nuove logiche, servizi, prodotti e metodologie di valorizzazione, possibilmente che escano dalla pura morsa “costi-ricavi”, e che identifichino l’intero settore culturale al contempo come elemento sociale attivo e dalla dignità economica e produttiva riconosciuta. Si va confermando quindi una profonda interazione tra economia e cultura anche sulle nozioni parallele di valore (capitale) economico e valore (capitale) culturale.

In altre parole: non ci può essere sviluppo economico senza sviluppo culturale (e viceversa).

Così prosegue il nostro percorso: sviluppare il nostro “capitale culturale” significa innanzitutto riconoscerlo come tale, saper veder valori e impatti, reali e percepiti, che è capace di generare, e poi riconoscere le responsabilità che questa interpretazione del “fare cultura” richiede. Una responsabilità che ne permea ogni passaggio: dall’idea all’attuazione, nell’intero suo arco di progettazione, tanto sul piano orizzontale delle comunità e dei territori, quando su quello verticale.

Perché un soggetto responsabile e responsabilizzato è coinvolto e come tale è mosso all’azione. Azione che, oltre prassi e processi, significa condividere una nuova consapevolezza del “valore” del nostro patrimonio.

 

Qui la prima parte https://www.facebook.com/1072448554/posts/10218049252237500/?d=n

Qui la terza parte https://m.facebook.com/1072448554/posts/10218081664927797/?d=n

Massimiliano Zane è progettista culturale, consulente strategico per lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio, membro ICOMOS.

Lascia un commento