ITALIA NOSTRA ONLUS - Sezione Arcipelago Toscano
facebook
flickr
twitter
  • Home
  • Chi siamo
    • I gruppi di lavoro
    • I Presidenti
    • Gli autori del sito
    • Il nostro compito
    • Lo statuto
    • Comunicati Soci
  • Campagne
  • Video
  • Eventi
  • Dona

Storia e storie del Cavo

04 Agosto 2015
by Gianfranco Vanagolli
0 Comment

Nel 1842 Cavo contava sei nuclei familiari. Uno di essi, che gravitava nell’area già dalla seconda metà del Settecento, era composto dagli antenati materni del prof. Gianfranco Vanagolli. Questo è certo uno dei motivi per cui il nostro presidente onorario di Italia Nostra Arcipelago Toscano ha voluto dedicare una conferenza al grazioso centro turistico dell’Elba nord-orientale. Ma non il solo, perché tra il Capo della Vita e il Fosso di Gòrgoli v’è un’abbondanza di motivi d’interesse che abbracciano più discipline, dall’archeologia, alla storia, alla storia dell’arte, all’antropologia culturale, all’economia.

Partendo dalle testimonianze lasciate dai siderurgici etruschi e romani dal V al II/I secolo a. C. a Capo Pero, S. Bennato e Il Lentisco, Vanagolli è passato ad illustrare i resti della villa marittima di età giulio-claudia situata a Capo Castello, nella quale eseguì degli scavi per conto della Sovrintendenza alle Antichità d’Etruria alcuni decenni or sono. La sua attenzione si è quindi spostata su una chiesa, dedicata a S. Menna, di cui rimane il toponimo in una versione frutto di una trasformazione collegabile allo specifico linguistico locale, S. Bennato, più volte ricordata tra il XII e il XIII secolo, che rappresenta verosimilmente una pagina della vita eremitica fiorita verso il V secolo nel nostro arcipelago.

Seguita con molto interesse è stata la ricostruzione dei primi passi di Cavo come comunità, dapprima costituita sostanzialmente dal presidio di una batteria costiera, che Napoleone, sovrano dell’Elba, visitò nel 1814, e poi man mano anche da agricoltori e boscaioli originari soprattutto di Rio Castello. Ancora alla metà dell’Ottocento, comunque, il sito, visitato nel 1849 da Giuseppe Garibaldi, reduce dalla Repubblica Romana, non annoverava che poche costruzioni, la batteria, appunto, la piccola chiesa di S. Antonio e alcune case soprattutto nell’interno. Già vent’anni dopo, però, i suoi abitanti ammontavano ad alcune centinaia e chiedevano dei servizi ad integrazione dei pochi disponibili, la messa domenicale in S. Antonio e un collegamento stradale con Rio. I promotori dell’istanza, nell’invocare una concessione di generi di privativa, sottolineavano come a Cavo venissero forestieri a far bagni di mare e pescatori dall’area napoletana. Questi ultimi, originari di Capri, divenuti stanziali dopo essere stati stagionali, dettero un valido contributo allo sviluppo della comunità grazie a quanto erano in grado di esprimere sotto il profilo professionale.

Col passare del tempo, Cavo mutò sempre più il suo aspetto da “campagna” a centro abitato strutturato, mentre sorgevano ville prestigiose, quali quelle fatte edificare dalla famiglia imprenditoriale dei Tonietti, per la quale lavorò anche il celebre architetto Adolfo Coppedè e si faceva più stretto il rapporto tra la popolazione e le vicine miniere di ferro (cantieri del Calendozio e di Capo Pero) e le cave di calcare delle Paffe. Anche a Cavo, come altrove nel comparto minerario insulare, vi furono forti tensioni sociali, spie di un avvertito disagio economico.

L’excursus del prof. Vanagolli ha quindi toccato la prima guerra mondiale, che dette al paese il drammatico spettacolo del siluramento da parte di un sommergibile tedesco di un grosso piroscafo, lo “Washington” e la stagione successiva, in cui apparvero ospiti di gran nome, da Concetto Marchesi a padre Guido Alfani, da Filippo Tommaso Marinetti a Giuseppe Pietri, da Georges Simenon a Michele Gordigiani. Ci si è avviati, così, verso la conclusione, con accenni alla complessità della sfera economica, comprendente anche due stabilimenti per la lavorazione e l’inscatolamento del pesce azzurro e la citazione di alcuni divertenti aneddoti, significativi dello spirito e del carattere della comunità.

L’esposizione, corredata da decine di preziose immagini montate da un esperto del settore, Loris Pacchiarini, è stata seguita da un folto e attento pubblico, nella preziosa cornice dell’Hotel Maristella, scelta dal soggetto promotore dell’evento, l’Associazione Pesca Sportiva Cavo. Ospite gradita dell’evento, presentato dal dott. Mario Mellini, presidente del sodalizio, e organizzato dal comandante Maurizio Guidetti, è stata Cecilia Pacini, presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano.

MX-3114N_20150724_090808

Condividi
  • google-share
essere IN è facile

Categorie

Cerca tra gli articoli


Eventi sociali

Rigassificatori, la lotta da Piombino al resto d’Italia: “La battaglia non è non averlo vicino ma perché la politica cambi rotta: stop soldi al fossile”
27 Mar 2023
Portoferraio: una nota “di colore” da parte di Italia Nostra
23 Mar 2023
TourismA - Salone Archeologia e Turismo culturale
23 Mar 2023
Visita a Firenze 25 marzo 2023
19 Mar 2023
Suini selvatici e danni al patrimonio archeologico e culturale
24 Feb 2023

RSS News Nazionali

  • Presentazione libro “I 60 anni della Carta di Gubbio. Strategie per la salvaguardia dei centri storici”
  • Save the Coast. Intervista al Professor Riccardo Caniparoli
  • Italia Nostra su Raiplay per la giornata nazionale del paesaggio
  • Al via la Primavera Mobilità Dolce 2023 – Lento e sicuro è il viaggio del futuro
  • Impianto ecolico sull’antica Saepinum: Italia Nostra scrive ai Ministri competenti

Chi siamo
Contatti
Eventi
Rassegna stampa
Link consigliati

Gli articoli più letti

  • Home
  • Rigassificatori, la lotta da Piombino al resto d’Italia: “La battaglia non è non averlo vicino ma perché la politica cambi rotta: stop soldi al fossile”
  • Visita a Firenze 25 marzo 2023

Le nostre facce

Italia Nostra - Sezione Arcipelago Toscano