inquinamento luminoso alle ghiaie

Piombino,  31/01/2016

 

Comune di Portoferraio

c.a.

Sindaco

sindaco@comune.portoferraio.li.it

geom. Dante Leonardi

d.leonardi@comune.portoferraio.li.it

Italia Nostra Arcipelago Toscano

cecilia.pacini@gmail.com

Il Tirreno

piombino.it@iltirreno.it;

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Oggetto : inquinamento luminoso a Portoferraio

In merito all’argomento in oggetto, al centro in questi giorni di uno scambio di comunicazioni tra il Comune di Portoferraio e Italia Nostra Arcipelago Toscano, un dibattito che ha avuto spazio anche sui mezzi di informazione locale, l’Associazione Astrofili di Piombino, anche a nome del CAAT , Coordinamento Associazioni Astrofili della Toscana www.astrocaat.it, coglie l’occasione per rinnovare l’auspicio a favore di una riduzione dell’inquinamento luminoso.

Il nostro intervento è dovuto sia alla sensibilità degli astrofili per la salvaguardia dell’osservabilità del cielo notturno, da conseguire anche attraverso una politica di risparmio energetico, sia per un interesse diretto relativo alle attività dell’Osservatorio Astronomico di Punta Falcone, gestito dalla nostra associazione.

La porzione di volta celeste occidentale è uno dei più interessanti per le osservazioni astronomiche, e la qualità del cielo è sempre più compromessa in quella direzione a causa del crescente inquinamento luminoso in alcune località elbane.

Riguardo al caso specifico dell’impianto di illuminazione installato presso la spiaggia della Ghiaie e Portoferraio, concordiamo sul fatto che le lampade siano efficacemente schermate verso l’alto, impedendo la dispersione diretta verso l’alto del fascio luminoso.

Tuttavia anche altri parametri concorrono alla realizzazione di un impianto efficace e razionale. L’altezza dei pali, la distanza tra di essi, l’ampiezza e la potenza del fascio luminoso, la riflessione della luce verso l’alto da parte del piano stradale, l’uniformità con le aree circostanti.

Le normative in materia, purtroppo, non sono molto restrittive.  E’ auspicabile quindi affidarsi al buon senso per realizzare impianti che siano non solo a norma, ma anche gradevolmente inseriti nel contesto ambientale e paesaggistico.

Le esigenze per la sicurezza possono essere conseguite anche con punti luce più bassi e luci meno potenti, e senza spreco di luce indirizzata verso altre direzioni e aree troppo estese.

Il piacere di una passeggiata in riva al mare per ammirare il cielo stellato dovrebbe essere parte integrante dell’esperienza della visita di un’area di grande pregio naturalistico come le coste elbane.  Il notevole successo delle serate pubbliche di osservazione astronomica organizzate in località meno illuminate dimostrano un interesse generale non certo limitato alla cerchia di chi pratica l’astronomia amatoriale.

Se l’impianto delle Ghiaie costituisse un precedente e fosse realizzato in maniera simile anche in altre spiagge, le coste dell’isola si trasformerebbero in una sorta di Luna Park.  Chi viene in vacanza all’Elba dovrebbe poter godere dello spettacolo offerto dal paesaggio naturale, senza essere abbagliato da impianti più consoni per un’area industriale.

Quello che auspichiamo è una luminosità uniforme per tutte le strade cittadine.

Passare da un luogo estremamente illuminato ad uno con illuminazione meno intensa, ci fa percepire quest’ultimo come troppo buio anche quando non lo è.   Questo può portare il cittadino a ritenere insoddisfacente l’illuminazione di altre aree e a richiedere una dannosa crescita esponenziale delle sorgenti luminose.

A nostro avviso un buon compromesso potrebbe essere l’adozione di un livello medio di illuminazione uniforme, senza contrasti tra zone oscure e altre troppo illuminate.

E’ comprensibile che non sia possibile smantellare l’impianto realizzato alle Ghiaie, ma ci auguriamo che si possano apporre alcune modifiche con l’obbiettivo di ridurre l’entità delle emissioni luminose. A nostro avviso le motivazioni di tale intervento non sarebbero legate solo ad esigenze, comunque rilevanti, attinenti a questioni ambientali, naturalistiche ed alle osservazioni astronomiche, ma anche ad una migliore fruizione e vivibilità degli spazi cittadini.

La salvaguardia del cielo notturno è comunque uno degli elementi che valorizzano ulteriormente le aree di interesse naturalistico. La riduzione dell’inquinamento luminoso non va vissuta come una limitazione, ma come una opportunità di risparmio energetico e di sensibilizzazione per il rispetto della natura.  Inoltre l’astroturismo, già importante in alcune località sede di osservatori astronomici o di “star party”, può diventare una ulteriore significativo segmento di mercato da proporre ai visitatori.

Cordiali saluti

 Per l’Associazione Astrofili di Piombino

IL PRESIDENTE

(Stefano Meucci)

           Alleghiamo alla nostra comunicazione una nota tecnica pervenuta dal coordinamento nazionale “Cielobuio” , a cui ci siamo rivolti segnalando l’impianto oggetto di discussione.

Si tratta di indicazioni relative all’utilizzo dei LED per l’illuminazione pubblica.

L’EEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) pubblica una ricerca che dimostra che l’illuminazione stradale a LED deve essere fatta con sorgenti a bassa temperatura di colore (CCT).

Le ragioni sono numerose per preferire sorgenti a bassa CCT (da 1800 a 3000 K, con vantaggi decrescenti all’aumentare della CCT):

  • disturbano meno l’adattamento al buio dell’occhio umano (cioè, allontanandoci da una zona illuminata con questi LED o lampade al sodio impieghiamo meno tempo a distinguere gli ostacoli nelle zone meno illuminate);
  • permettono miglior visibilità in presenza di foschia e nebbia;
  • producono meno inquinamento luminoso, inteso come aumento della luminosità del cielo notturno;
  • interferiscono meno con i ritmi circadiani.

In altre parole, dicono i ricercatori dell’Engineering Research Center of Metrological Technology cinese, le sorgenti LED ad alta temperatura di colore come quelle che oggi si installano nelle nostre strade possono essere pericolose per la sicurezza stradale, l’ecologia, l’estetica del cielo notturno e la salute umana.

L’articolo originale, in inglese, è scaricabile in formato pdf al link:

http://ieeexplore.ieee.org/stamp/stamp.jsp?tp=&arnumber=7328247

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