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A Portoferraio piacciono i marciapiedini

16 Gennaio 2019
by Cecilia Pacini
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Gennaio 2019

A Portoferraio, all’isola d’Elba, vanno di moda i “marciapiedini”, magari stretti e corti, dove poter camminare in fila indiana, come quelli disegnati dall’Autorità Portuale, o divisi per segmenti come preferisce l’Amministrazione comunale. Abbiamo anche avuto un marciapiede atipico, la pista ciclabile più corta al mondo che, dopo essere stata dipinta di blu, è poi sparita.

Adesso, sono stati costruiti nuovi marciapiedi davanti alla Porta a Terra, uno dei due ingressi alla città fortificata di Cosmopoli. Italia Nostra li considera un nuovo attacco al patrimonio culturale dell’isola, sottolineandone anche l’inadeguatezza e secondi, come importanza e in ordine di tempo, alla demolizione, ricostruzione e ampliamento della Gattaia – entrambi gli interventi realizzati con l’approvazione della Soprintendenza.

È questa la soluzione scelta dal Comune di Portoferraio e dall’Ufficio di ElbaSharing Civitas Destinations per agevolare meglio il flusso di quei visitatori che, dalla zona portuale di attracco dei traghetti e delle navi crociera, si apprestano a visitare le fortificazioni medicee e una delle due residenze dell’esilio napoleonico elbano. Si è però sottovalutato un elemento chiave del transito pedonale: non si tratta di accogliere qualche visitatore occasionale, ma si tratta di veicolare decine di migliaia di persone ogni anno.

Si continua a sottovalutare l’evidenza di una realtà importante per l’accoglienza del turismo nazionale e internazionale: il necessario dialogo tra la zona moderna, il porto e il centro storico. Finché non si costruirà un vero collegamento con infrastrutture armoniche per collegare le varie componenti della città, l’ingresso alla parte medicea resterà un calvario, perché il flusso turistico pedonale sarà sempre considerato un’appendice e un problema, non un valore aggiunto: i lavori da poco conclusi negano il valore e il significato di una progettualità qualificata e di ampio respiro. Mancano, in tutto questo, l’amore e il rispetto per il nostro patrimonio. Assente è l’attenzione degli altri Comuni elbani e della GAT Gestione Associata per il Turismo per un bene comune e da condividere.

 

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