Lo scorso 10 marzo siamo stati invitati a partecipare alla riunione indetta dal Comune di Marina di Campo per discutere sul futuro dell’aeroporto dell’Isola d’Elba.
Di seguito proviamo ad enucleare le impressioni che ne abbiamo tratto e, nella seconda parte, ci permettiamo di indicare alcune valutazioni dettate dal buon senso e da un approccio oggettivo.
Abbiamo seguito con attenzione la presentazione dell’Ing. Boccardo, Amministratore Delegato di Alatoscana S.p.A., la società a maggioranza Regione Toscana (50,27%), nata nel 2011 per gestire l’Aeroporto del’Elba; abbiamo potuto comprendere nel dettaglio i termini dell’investimento che la Regione vuole portare avanti per finalizzare un’iniziativa che langue ormai da troppo tempo.
Lo scenario più indicato dallo studio di pre-fattibilità presentato, prevede il prolungamento di 255 metri della Resa pavimentata lato THR16 e di 51 metri lato THR34 che comporta:
1. Deviazione strada provinciale SP25
2. Esproprio e demolizione abitazioni interferenti con le superfici di limitazioni ostacoli (lato Nord)
3. Deviazione Fosso dei Forcioni
4. Demolizione tratto via dei Forcioni
5. Demolizione strada vicinale
6. Ponte su nuova strada provinciale SP25 in corrispondenza del nuovo tracciato del Fosso dei Forcioni
7. Ponte su vecchio tracciato strada provinciale SP25 in corrispondenza del nuovo tracciato del Fosso dei Forcioni
8. Demolizione tratto strada provinciale SP25
9. Ampliamento sedime aeroportuale Nord
10. Demolizione tratti via Baracano
11. Nuova rotatoria tra SP25 e via dell’Acquedotto
12. Nuova rotatoria su via dell’Acquedotto
13. Esproprio e demolizione abitazioni interferenti con le superfici di limitazioni ostacoli (zona Sud)
14. Adeguamenti per nuovo turn pad zona sud.
I soli costi per l’intervento sull’aeroporto, senza la deviazione dei fossi della Galea, della Pila e della strada vicinale, ammontano a 17.769.750,00 euro (una cifra che appare molto prudenziale).
Da un primo giudizio che investe l’area più prettamente di nostro interesse e competenza, ci appare un intervento piuttosto impattante; in particolare lo spostamento della strada provinciale e la deviazione del fosso dei Forcioni che, anche secondo alcuni cittadini di Marina di Campo presenti alla riunione, è uno dei fossi che hanno esondato durante le due recenti alluvioni e il cui spostamento acuirebbe sensibilmente il già verificato rischio idrogeologico. In ogni caso, poichè è stato chiaramente espresso che il progetto sarà sottoposto al procedimento di VIA, tutti gli eventuali impatti sull’ambiente dovrebbero essere valutati attentamente.
Dal punto di vista economico, l’importo di circa 18milioni di € può essere esagerato da un lato, o invece non abbastanza a seconda delle modalità con le quali si ritiene di raggiungere l’obiettivo; condividiamo infatti alcune obiezioni che sono state mosse durante la riunione:
1. La succitata cifra è stata stimata nel 2019 e quindi oggi, alla luce dei forti stravolgimenti che hanno caratterizzato l’ultimo triennio su tutti i mercati, sarebbe necessaria una revisione anche considerando le parole dell’Ing.Boccardo sui tempi di realizzazione previsti, pur “accelerando il più possibile nei prossimi 2-3 anni, sarebbe comunque difficile vedere operativa la nuova pista prima del 2027-2028” .
2. Secondo alcuni cittadini intervenuti, residenti in zona, la deviazione della provinciale e soprattutto del Fosso dei Forcioni comporterebbe un impegno ben più importante in termini economici, di quanto previsto.
Ma ciò che è emerso in maniera sconcertante dalla riunione è che, nonostante la unanime manifestazione di tutte le categorie AssoCom Elba, Confesercenti, C.N.A. sulla necessità di procedere all’adeguamento dell’aeroporto alle nuove esigenze del turismo, come pure nonostante le critiche e manifestazioni contrarie al progetto di potenziamento, in particolare comprensibili quelle da parte di cittadini di Campo con abitazioni nelle zone interessate dall’esproprio, è mancato un concreto contributo da parte delle Istituzioni locali. Il Sindaco di Portoferraio, dichiaratosi favorevole al potenziamento dell’aeroporto, ha ‘invocato’ il Comune unico.
Il Sindaco di Marciana e il Sindaco di Marciana Marina si sono dichiarati favorevoli al potenziamento aeroportuale, perché oltre ai turisti, anche i cittadini dei loro Comuni utilizzano con frequenza il servizio aereo sulle tratte brevi.
Il Sindaco di Capoliveri ha proposto che sia la Regione Toscana a dichiarare “strategico” il progetto di ampliamento dell’aeroporto e a realizzarlo.
I Sindaci rispettivamente di Porto Azzurro e di Rio erano assenti.
Il Sindaco di Marina di Campo si è trincerato dietro l’affermazione secondo la quale comunque dovranno essere i suoi cittadini ad esprimersi in merito, attraverso una consultazione popolare, di cui,peraltro, non è stata chiaramente espressa l’impostazione. Da parte di alcuni presenti è stato obiettato che la consultazione annunciata dal Sindaco Montauti sia limitata solo ai cittadini di Campo. Se veramente indetta, una consultazione popolare giusta, dovrebbe comunque essere estesa a tutti i cittadini elbani, in quanto si tratta dell’aeroporto dell’Isola d’Elba.
Sorprende infine che le inutili diatribe perpetrate da anni o il defilarsi dal prendere decisioni e responsabilità sul tema, demandandole alla Regione o ai cittadini, siano dettati forse da interessi politici o campanilistici, anziché dalla volontà di preservare l’ambiente e la sicurezza per gli abitanti della zona.
Nel tentativo dunque di non esprimere solo giudizi critici, ma contribuire alla discussione in maniera costruttiva, proponiamo la seguente riflessione.
È possibile valutare l’utilizzo degli attuali aerei, così evitando la gestione di altre criticità primarie come l’aggressione ambientale, urbanistica e geologica e smarcando così una delle componenti più onerose del progetto e cioè l’allungamento della pista di atterraggio e costruzione di infrastrutture di supporto capaci di gestire aerei più grossi e pesanti.Gli impegni economici originariamente stimati potrebbero destinarsi invece ad ulteriori aerei dello stesso tipo degli attuali, oltre che all’aggiornamento delle strutture ricettive, modernizzazione degli impianti di sicurezza ecc.
L’obiettivo riportato nel progetto e indicato nella presentazione dell’ing.Boccardo per l’aeroporto Teseo Tesei (EBA) è il raggiungimento di 20.000 passeggeri annui ; tale cifra, raggiunta in passato e suscettibile, a suo avviso, anche di raddoppiarsi, si riferisce a tratte di andata e ritorno con l’utilizzo di aerei ATR 72, da 70 posti, i quali sostituirebbero l’esistente il LET 410 operato dalla Silver Air.
Sempre secondo l’Ing.Boccardo è stato individuato l’ATR 72 come migliore in quanto:
a) Unico ancora in uso presso Compagnie non totalmente sovvenzionate.
b) Secondo un’indagine affidata al Politecnico di Milano possiede peculiarità di maggiore sostenibilità rispetto ad altri della stessa categoria. A tal proposito però, ci chiediamo se sia stato fatto un approfondito benchmark con l’aereo Dash 8-300 utilizzato nel 2010 da quella che al tempo era la società svizzera InterFly, per la molto frequentata tratta Zurigo-Elba.
Nel nostro approccio modesto, ma mirato comunque a cercare di avvicinarsi all’obiettivo, ci chiediamo se sia stato valutato un utilizzo maggiore dell’esistente LET 410, con più voli e più aerei dello stesso modello.
Se davvero si punta a quella stima di potenziali 20.000 passeggeri, si potrebbe pensare ad una sperimentazione prudente che validerebbe il reale valore commerciale e turistico dell’aeroporto, prima di qualsiasi adeguamento infrastrutturale.
La nostra proposta permetterebbe anche di mitigare gli effetti di uno degli storici ostacoli all’efficienza dell’aeroporto: la stagionalità.
Di seguito riportiamo un semplice esercizio:
– Da novembre a marzo, la Silver Air effettua solo otto voli a settimana utilizzando un LET 410 lungo 15 metri e con capacità di trasporto per 15 persone. Utilizzando l’intera capacità dell’aereo, possono volare 120 persone a settimana. Gli ATR 72 indicati nello studio di fattibilità, sono lunghi 25 metri e hanno una capacità di trasporto massimo di 70 persone. Supponendo un utilizzo medio dell’80% della capacità degli ATR, aumentando di tre volte il numero dei voli sul LET, ovvero 24 voli a settimana ovvero 3-4 voli al giorno, si potrebbero trasportare lo stesso numero di passeggeri.
L’utilizzo di ATR 72 come unico mezzo disponibile potrebbe interrompere la continuità aeroportuale nei mesi invernali, in quanto l’aereo dovrebbe operare a capacità estremamente ridotta, volando solo pochi giorni al mese, mentre l’offerta volo deve essere regolare ed accessibile per incentivare e normalizzare l’utilizzo regolare dell’aereo su tratte brevi che sostituirebbero la navigazione via nave ed il viaggio in treno per raggiungere mete comuni come Pisa e Firenze.
Con la nostra ipotesi di lavoro invece si potrebbe garantire una certa continuità di servizio; infatti ad oggi ci sono report tecnici che dimostrano come il LET 410 , pur essendo un progetto non più giovanissimo (1969) ,venga ancora apprezzato come mezzo versatile e affidabile anche in condizioni meteo molto avverse.
In conclusione vogliamo sottolineare comunque la positività del dibattito che, nonostante si registrino pareri differenti, ha riportato i riflettori su un argomento molto sentito; a nostro avviso la soluzione può essere trovata solo se inserita in un serio progetto strategico che dovrebbe definire lo scenario generale della interoperabilità dei trasporti che vorremmo per l’isola.
Leonardo Preziosi