Sono le 23,45 di venerdì 13 gennaio, sono in pigiama e sto guardando la tv, ad un certo punto la giornalista dà la notizia: “ La nave da Crociera Costa Concordia è in difficoltà davanti alla costa dell’Isola del Giglio …” Cosa?? Ho capito bene ?? Isola del Giglio?? E’ uno scherzo?? Dopo 5 minuti la notizia viene riconfermata anche dalle scritte in sovraimpressione. A quel punto il Tg3 della notte alle 24,00 conferma e descrive quello che è successo: un disastro!

A quel punto mi sono attaccata al telefono e ho chiamato mia cugina a Giglio Porto ( io abito a Giglio Castello a 6 km di distanza da dove è successo il fatto) per sapere cosa stava succedendo laggiù, mi risponde subito e mi dice “ Vieni a dare una mano perché qui è un caos, c’è da portare la gente nelle case al Castello!”. Non ci  penso un attimo, mi  vesto e corro giù per dare il mio apporto, anche se nel tragitto per arrivare, i pensieri più funesti si incrociano nella mia mente…
Il primo: la nave come si è arenata? Se si è fermata in orizzontale davanti all’entrata del Porto noi siamo bloccati sull’isola chissà per quanto tempo!
Il secondo mi sconvolge per il terrore del disastro ambientale… sinceramente ai morti non ci penso perché mi sembra scontato che essendosi arenata davanti al Porto, a 5 minuti di tragitto con i tender, si siano salvati tutti… Invece pensavo male , i morti ci sono  già, la nave non blocca l’entrata del Porto  e il disastro ambientale  incombe.

Arrivata a Giglio Porto mi trovo emotivamente coinvolta in un brutto sogno che ancora oggi a 5 gg. dall’accaduto, rimane lo stesso, non riesco a capacitarmi dell’accaduto! All’arrivo a Giglio Porto migliaia di teste vagano senza meta nella notte non troppo fredda e senza un alito di vento; il vociare in tutte le lingue del mondo, le grida di chi cerca il proprio familiare perso in mezzo al marasma di gente, il rumore delle imbarcazioni della Capitaneria di Porto che vanno e vengono per portare i passeggeri a terra, il suono della sirena dell’autoambulanza della Misericordia che porta all’Ambulatorio di Giglio Porto i feriti, gli elicotteri del 118 che fanno la spola tra il Giglio e l’Ospedale di Grosseto e quelli delle Forze di Polizia che cercano di illuminare la nave per aiutare i soccorsi, … praticamente una scena da APOCALYPSE NOW, come in un film, un film purtroppo non programmato. E senza programmazione , è partita la grande opera di soccorso e di solidarietà della popolazione; quel numero irrisorio di residenti ( lì presenti saremo stati in 300) rispetto alla grande mole di persone da aiutare si è precipitata giù a Giglio Porto, senza nessun tipo di coordinamento, per offrire ospitalità, coperte, vestiti, cibo, bevande calde, trasporti da una località all’altra dell’isola, e, tutto quello che nella propria disponibilità potevano fare, di fronte a una tragedia di proporzioni gigantesche in tutta la storia dell’isola: l’hanno fatto, e ce l’hanno fatta!

I due Parroci dell’isola hanno aperto le due chiese e i due asili, le scuole di Giglio Porto e di Giglio Castello hanno ospitato centinaia di persone, alla Proloco è un via vai di persone che ricevono coperte, vestiti e bevande calde, e anche qui, trova un luogo caldo chi non è riuscito a recuperare  vestiti nella notte e solo con l’ausilio di coperte è partito poi la mattina presto con il traghetto per la terraferma.
Gli hotel chiusi hanno riaperto per l’occasione, gli appartamenti privati vuoti  sono stati messi a disposizione, come anche le case abitate che hanno aperto le porte e hanno accolto in casa propria le persone in difficoltà. Chiunque ha dato tutto quello che poteva dare nel suo piccolo, come ha dato in termini di energia e resistenza anche la dottoressa della Guardia Medica, unico medico reperibile sull’isola, che, di fronte ad un’emergenza ,oserei dire “apocalittica”, con l’ausilio di tre medici stranieri passeggeri della nave accorsi per dare una mano ( i medici di bordo non si sono visti) e tre donne dell’isola improvvisatesi come infermiere, ha soccorso più di un centinaio di feriti, più o meno gravi e anche gravissimi; praticamente come essere in un campo di battaglia!

Termina qui la cronaca dei primi terribili momenti di questa immane disgrazia e di un incubo che non si sa quando potrà, e se,finirà.

Marina Aldi – Referente per l’Isola del Giglio della Sezione ITALIA NOSTRA Isola d’Elba-Giglio.

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