LLoyd ProcchioOttobre 2012, in occasione della gita sociale a Firenze con la curatrice della mostra Da Fattori al Novecento, al museo di Villa Bardini, drssa Alessandra Rapisardi, e al Museo Galileo accompagnati dal nostro socio prof. Giuseppe Tanelli, del Dipartimento Scienze della Terra, Universita’ di Firenze, sulle tracce della famiglia Roster-Olschki-Del Greco-Rapisardi ed il loro legame con l’Elba tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900. Il nostro percorso a Firenze ha privilegiato il contributo del pittore livornese di origine inglese Llewlyn Lloyd, autore di noti quadri elbani, che ha contrassegnato un’epoca vivendo tra Livorno, Firenze e Marciana Marina.

LLOYD E L’ISOLA D’ELBA

L’importante insieme di opere del pittore Llewlyn Lloyd è frutto delle scelte collezionistiche di Marcella Olschki e di Giancarlo Rapisardi. Lloyd nel 1913 compra casa a Marciana Marina. Da lì si sposta spesso nella vicina spiaggia di Procchio per far visita alla numerosa famiglia di Aldo Olschki.

I COLLEZIONISTI
La collezione, formata nel suo nucleo principale da Alessandro Roster, è arricchita da alcuni dipinti che la moglie Emma eredita dal padre Giovanni Del Greco, e passa in seguito alle figlie Renata e Rita e ai nipoti Rapisardi e Olschki, che continuano ad accrescerla.

ISOLA D’ELBA, ANNI VENTI DEL NOVECENTO
Tutta la famiglia, di generazione in generazione, ha sempre condiviso l’amore per l’isola dove ha trascorso le vacanze, in una natura a quel tempo ancora incontaminata. A Procchio, dove abitavano, la spiaggia era immensa, larga, bianca e deserta: un mondo al riparo dal caos della vita moderna.

E’ un Grand Tour nella Toscana della memoria, struggente e solare, ma anche una piacevole scoperta di personalità poco conosciute ma davvero affascinanti, la mostra ‘Da Fattori al Novecento. Opere inedite dalla collezione Roster, Del Greco, Olschki’ allestita dal primo aprile al 4 novembre, poi prorogata fino al 6 gennaio a Villa Bardini. Curata da Alessandra Rapisardi, l’esposizione ricompone l’antica collezione, raccogliendo un centinaio di dipinti mai visti in precedenza, provenienti da raccolte private.

La presentazione alla stampa è avvenuta stamani alla presenza del Direttore Generale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Renato Gordini, del Presidente della Fondazione per i Parchi Monumentali Bardini e Peyron Michele Gremigni, della Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze Cristina Acidini, dell’Amministratore unico della casa editrice Leo. S. Olschki Daniele Olschki, delle curatrici Dini e Rapisardi.

Il nucleo originario è determinato dall’amicizia del caposcuola macchiaiolo Giovanni Fattori con il nobiluomo fiorentino, medico, scienziato e garibaldino Giovanni del Greco (1841-1918). Attraverso Emma del Greco, figlia di Giovanni, una parte di questa collezione è confluita nella famiglia di Alessandro Roster (1865-1919), genero e collega di del Greco. Si tratta di una famiglia di innovatori che conta medici, scienziati, ingegneri e architetti, attivi a Firenze a partire dal 1790. Padre di Alessandro è l’architetto Giacomo Roster, creatore del tepidario del giardino dell’Orticultura e suo cugino è lo scienziato Giorgio Roster del quale, a Firenze, sono conservati fondi e collezioni al Museo di Storia Naturale, al Museo Galileo, al Museo Alinari, nel Laboratorio di Fotografia dell’Istituto Statale d’Arte e all’Isola d’Elba dove ancora si trovano la sua villa e il suo giardino di acclimatazione e dove una strada ne ricorda il nome. Alessandro, medico e ginecologo oltrechè cultore del velocipede su cui ha scritto un manuale, è il principale artefice della collezione come la conosciamo oggi, ricca delle opere di artisti macchiaioli e tardo macchiaioli: Fattori, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Odoardo Borrani, Eugenio Cecconi, Vito D’Ancona, Luigi Gioli, Ruggero Panerai, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd ed altri che raccontano una pagina veramente significativa dello straordinario percorso del collezionismo toscano tra Ottocento e Novecento.

Le successive generazioni (Rapisardi e Olschki) hanno apportato il nucleo significativo dei post-macchiaioli con una particolare predilezione per Lloyd con il quale intercorsero rapporti di vera e propria familiarità durante lunghe permanenze all’Isola d’Elba. Assieme ai dipinti sono esposte anche 60 fotografie inedite che provengono da queste famiglie e che ne carpiscono momenti di intimità, di gioia, di spensierata quotidianità fissando, al tempo stesso, alcuni dei soggetti dipinti da Lloyd. Immagini che sono raggruppate per grandi temi: la natura, il paesaggio, la donna.

Così Marcella Olschki testimonia il profondo legame tra arte e vita rappresentato dalle opere di Lloyd: “ogni suo quadro (…) è così denso di commozione che riesce a trasportarmi indietro negli anni in cui tutto era così puro, così incontaminato e incorrotto che perfino una bambina, piccola com’ero allora, riusciva a provare l’intensa, quasi dolorosa emozione che dà la bellezza. Quelle sue barche, sospese fra mare e cielo, silenziose anch’esse in un mondo fatto di silenzio o di voci che erano soltanto quelle di persone o animali, o dei fragori delle tempeste, eccole qui con il loro miracoloso immergersi dentro una natura benedetta da Dio, riflesse in quell’acqua così trasparente per cui i fondali per noi non avevano segreti, e lì noi avremmo gettato le nasse e calato i tramagli (…). Che benedizione è stata che lui qui abbia vissuto e qui abbia così gloriosamente dipinto da poter fermare quel tempo della nostra vita…”.

Il percorso espositivo è articolato in cinque sezioni: Pittori toscani prima della “macchia” (che raccoglie rare vedute di Firenze dipinte da Burci, da Giovanni Signorini, da Borbottoni, da Moricci), Fattori e i Macchiaioli (che ruota attorno ai quattro dipinti commissionati dal capostipite Del Greco all’amico Fattori, esposti per la prima volta), Contributo a Giovanni Mochi (sono presentate numerose opere sudamericane di questo misterioso artista che fu compagno dei macchiaioli al Caffè Michelangelo e poi emigrò in Cile, divenendo là attivo promotore dei principi del realismo toscano), Pittori tardo macchiaioli (dedicata alle opere di Cecconi, Panerai, Ciani e Luigi Gioli), e Lloyd Ulvi Liegi e il Novecento (ricca di splendidi dipinti di Lloyd, autentico punto di forza della collezione, Ghiglia e Ulvi Liegi).

“La collezione così come la conosciamo oggi attraverso la ricomposizione che ci è consentita eccezionalmente dalla circostanza di questa esposizione è costituita dunque di più nuclei, sebbene il corpo principale sia quello messo assieme da Alessandro Roster. Il criterio che caratterizza le scelte collezionistiche di Del Greco e di Roster, cioè la predilezione per artisti contemporanei che orbitano e talvolta interferiscono con le loro esistenze di professionisti impegnati, è solo in parte estensibile ai Rapisardi e agli Olschki, i quali ad un certo momento obbediscono anche a valutazioni di tipo storico-artistico e alla volontà di preservare una memoria familiare percepita giustamente come importante”.

La mostra è corredata da un raffinato catalogo edito dalla casa Editrice Leo S. Olschki (pagine 194; € 34,00; prezzo in mostra € 28,00) ed è promossa e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e dalla casa Editrice Leo S. Olschki, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune di Firenze.

Nel corso della conferenza stampa il Segretario Generale della Fondazione Bardini Peyron Marcella Antonini ha comunicato che sono stati predisposti numerosi eventi collaterali per i visitatori della villa. Oltre a visite guidate gratuite e cicli di conferenze, il Museo Galileo di Firenze (con la collaborazione di Biblioteca Comunale Foresiana di Portoferraio, Archivio fotografico Fratelli Alinari, Liceo Artistico Statale di Porta Romana e Sesto Fiorentino, Museo di Storia Naturale di Firenze) pubblica sul proprio sito Web una Biblioteca digitale dedicata a Giorgio Roster (1843-1927), scienziato e fotografo fiorentino. E’ una ricostruzione virtuale di un rilevante patrimonio documentario, ricco di opere a stampa, manoscritti, raccolte fotografiche, conservato in varie istituzioni toscane.

 

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