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San Giovanni: Lo scavo archeologico, i ragazzi, la meraviglia, le scoperte

03 Ottobre 2012
by Cecilia Pacini
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A San Giovanni in questi giorni si sta scavando, c’e’ uno schieramento di forze congiunte per un vero scavo che offre risultati sorprendenti.  Diverse istituzioni stanno lavorando insieme,  professori, dottorandi, studenti di archeologia e geologia, italiani da ogni parte d’Italia, un elbano doc che coordina il tutto con una  generosita’ trascinante, una canadese dottoranda dell’Universita’ di Oxford, un americano che parla italiano perfettamente.

La visita allo scavo affascina, il luogo e’ impressionante da quanto e’ bello, sul mare, davanti a Portoferraio, proprio sotto la Villa delle Grotte, non un caso.  Dopo aver appreso dei dettagli dell’impresa, delle scoperte, incredibili, ancora da studiare e da definire, dopo aver guardato il mare davanti, che attira come un magnete, perche’ il golfo e’ un magnete, che avra’ sicuramente attratto anche i nostri antenati con la stessa meraviglia e lo stesso interesse, anche logistico e strategico, ecco, uno e’ attirato dall’osservazione degli archeologi al lavoro.  Colpiscono.  Sono un gruppo di persone cosi piene di interesse e di entusiasmo per quello che fanno, che trasmettono la loro energia e la cura nel loro impegno.  Sorridono la maggior parte del tempo.  Lavorano in sincronia, con strumenti tecnici ma anche con quelli tanto faticosi quanto possono essere pale, picconi, o, ancora piu’ duri da  utilizzare, i loro strumenti di precisione per eccellenza, la minuscola cazzuola, chiamata in inglese trowel, e una spazzolina.
Immaginare di togliere cosi strati di terra accucciati o in ginocchio, ha del sovrumano.  Nessuno porta i guanti, nessuno si ferma, tutti continuano a lavorare per ore con lo stesso ritmo.  Ognuno ha compiti precisi, di spazi, di ricerca, di misurazioni continue ed accurate.
Ogni tanto c’e’ qualche esclamazione, ogni tanto qualcuno e’ premiato: pezzi preziosi vengono allora messi da parte in sacchetti e numerati.

Dove sono le nostre scuole?  mi auguro tanto che la prossima settimana, per ora l’ultima di questa fase, riesca a vedere la visita di studenti elbani delle elementari, medie, superiori o istituti professionali.  Questa e’ un’occasione ricca: poter chiedere in prima persona a questi ragazzi della storia dell’Elba, oppure indagare su come si arriva a diventare archeologi oggi rappresenta un’opportunita’ unica per approfondire alcuni temi che forse sono poco conosciuti.  Il coordinatore dello scavo, prof. Franco Cambi, sapeva gia’ da piccolo di diventare archeologo, al liceo non aveva gia’ dubbi.  Beato lui.

Ma non tutti sono cosi fortunati.  Archeologia  significa avvalersi di conoscenze umanistiche abbinate a conoscenze tecniche, scientifiche, al giorno d’oggi ogni disciplina e’ coadiuvata da collaborazioni multidisciplinari, per il rilevamento o datazione, oppure per le analisi scientifiche del terreno o dei materiali, la prospezione geofisica, i dati magnetici.  Vorrei sfatare l’idea che solo gli studenti del liceo classico possano essere interessati.  Mi hanno raccontato di un amico archeologo proveniente dalla scuola alberghiera, altri dal liceo scientifico.  C’e’ una studentessa di Tecnologia per la Conservazione e Restauro dei Beni Culturali che  applica la chimica e la mineralogia alla storia dell’arte.
Il lavoro di questi ragazzi e’ prezioso, anzi, mi scuso se li chiamo ragazzi, sono giovani adulti e serissimi professionisti.  Il loro non e’ un caso isolato, non tutti questi dottorandi sono nuovi qui, alcuni sono gia’ venuti a lavorare all’Elba per lo studio e catalogazione del prezioso materiale raccolto negli anni da Gino Brambilla, per eseguire fantastiche fotografie aeree, altri hanno partecipato come relatori alle Notti dell’Archeologia, altri ancora hanno svolto ricerche preliminari per lo scavo attuale.  Ci ricordano, con le loro indagini, quanto profonda e’ stata l’importanza dell’Elba nel mondo antico, e quanto l’Elba abbia da offrire a quello moderno grazie all’abbondanza e alla ricchezza dei numerosi siti e reperti
archeologici.
L’impegno di tutti gli enti coinvolti in questo scavo, sostenuto dal Comune di Portoferraio, insieme alle evidenze che gia’ esistono, costituisce un monito stimolante.  Non interrompiamo questi studi, curiamo ed apriamo la Villa Romana delle Grotte, proteggiamo la Villa della Linguella, ringraziamo il Museo Archeologico di Rio per la partecipazione a questo progetto.  Lamentarsi di non riuscire ad estendere la stagione turistica oltre l’estate, senza prima prendere  in considerazione la massima e incondizionata valorizzazione di tutto il patrimonio culturale, storico, artistico elbano, trascura la nostra storia e sminuisce il valore delle ricchezze della nostra isola.
Insieme agli studenti delle scuole sarebbe davvero un piacere vedere, magari durante una conferenza stampa presso la magnifica e prestigiosa sede del Parco, una sala gremita di amministratori, albergatori, operatori di ogni settore coinvolto nella crescita dell’isola.

Cecilia Pacini

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