Era la vigilia del Natale del 1968 quando in diretta televisiva arrivarono dall’ Apollo 8, orbitante attorno alla Luna, le immagini della Terra : “ …il nostro Mondo immerso nel buio cosmico”. Un Mondo piccolo e fragile. Poco più di un mese dopo, il 28 gennaio 1969, una decina di chilometri al largo di Santa Barbara in California, esplodeva la Piattaforma A della Union Oil. In undici giorni vennero sversati in mare 12 milioni di litri di petrolio. I danni ecologici ed economici furono devastanti . Un anno dopo, il 22 Aprile del 1970 si celebrò il primo Earth Day, affinchè il disastro di Santa Barbara e le immagini del nostro piccolo e fragile Mondo non venissero dimenticate. Un Mondo in continua evoluzione che dispone di una quantità illimitata di energia dal Sole e dal calore interno, ma che, a scala globale e locale, ha una dote limitata di georisorse ( acqua, suolo e aria pulita; materie prime minerali ed energetiche) e una capacità finita di assorbire rifiuti. Modelli di sviluppo locali, nazionali e globali ecologicamente sostenibili, imperniati sulle energie pulite e rinnovabili, la green economy, il contenimento dei gas serra, il riciclo e il riuso dei rifiuti, la difesa del paesaggio, la valorizzazione delle geo e biodiversità scientificamente definite e culturalmente valutate , la promozione di incisive campagne di educazione ecologica, e soprattutto, le mostre azioni quotidiane, sono le “Buone Pratiche” per la salvaguardia del Pianeta Terra. Molta strada è stata fatta; moltissima resta da fare. Domenica prossima, come si legge nelle pagine di earthdayitaly.org : “ nei 193 Paesi delle Nazioni Unite un miliardo di cittadini attraverso 22mila organizzazioni partecipano all’Earth Day il più potente strumento di richiamo alla tutela del Pianeta in tutte le culture e per tutte le generazioni” .

 

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