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Il pezzo più antico della collezione del Museo MANN di Napoli proviene dall’Elba

16 Giugno 2020
by Cecilia Pacini
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Condividiamo un articolo di Valentina Caffieri pubblicato sulla testata regionale QUINEWS, che commenta la nostra intervista e che ringraziamo.

Trovato all’Elba è il pezzo di punta della mostra dedicata agli Etruschi dal Mann di Napoli. Il curatore Nizzo ne racconta la storia in un video

NAPOLI — Nei mesi scorsi abbiamo raccontato ai nostri lettori che il Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann) stava per inaugurare una grande mostra dedicata agli Etruschi, dopo aver tirato fuori dai propri depositi antichissimi reperti, fra i quali però quello di punta proveniva proprio dall’Isola d’Elba. Si tratta del Bronzetto etrusco di Offerente, trovato nel 1764 nella zona di Rio nell’Elba da Domenico Agarini, che poi finì nel museo di Napoli. L’Offerente etrusco è stato al centro dell’attenzione mediatica della mostra perché è il pezzo più antico della collezione etrusca del Mann.

Bronzetto di offerente etrusco trovato all’Elba e conservato al Mann di Napoli

Valentino Nizzo, direttore del Museo etrusco nazionale di Villa Giulia di Roma e curatore della mostra dedicata agli Etruschi, che è in corso al Mann di Napoli, grazie ad una richiesta con alcune domande proposte da Italia Nostra Arcipelago Toscano, in un video (vedi in fondo all’articolo) racconta la storia dell’Offerente etrusco “elbano” e fa anche una riflessione sull’importanza della valorizzazione della storia e del patrimonio archeologico elbano.

Ma il primo reperto etrusco arrivato a Napoli, come ha raccontato Valentino Nizzo e riportato anche sulla stampa nazionale, fu lo splendido Bronzetto dell’offerente dell’Elba ritrovato nel 1764, donato a Carlo III di Borbone e mai esposto.

“Scavare negli sterminati depositi del Mann è sempre un privilegio unico – ha spiegato Valentino Nizzo in una nota riportata sull’Ansa – Farlo per andare a caccia di Etruschi lo ha reso ancora più avvincente”.

Il Bronzetto di offerente etrusco dell’Elba nella mostra del Mann di Napoli

“Il Bronzetto dell’offerente dell’Elba – ha detto Nizzo – è una delle opere pi importanti tra quelle esposte nella mostra che abbiamo appena inaugurato qui al Museo archeologico nazionale di Napoli Gli Etruschi e il Mann”, che si compone di circa 600 reperti.

L’Offerente, di origini populoniesi e arrivato all’Elba grazie all’influenza nota di Populonia sull’isola, come ha spiegato Nizzo testimonia l’importanza dell’isola d’Elba ricca di materie prime per il popolo etrusco. Nizzo ha inoltre sottolineato che il Bronzetto etrusco dell’Elba arrivò a Napoli per diretto volere del re e fu pubblicato a tempo di record nel 1770 in apertura di uno dei volumi dedicati ai Bronzi di Ercolano.

Nizzo ha inoltre spiegato l’importanza dell’Elba nel Mediterraneo antico proprio per l’abbondanza della sue materie prime, fondamentali per l’economia del tempo, come il ferro, definendo l’Elba come “l’Iraq dei tempi di allora”.

Nizzo ha inoltre sottolineato che il Bronzetto etrusco “rappresenta uno dei tanti frammenti dell’archeologia elbana che con fatica si è andati ricostruendo nel corso degli ultimi decenni, un’archeologia non sempre oggetto di scavi sistematici”.

Nizzo ha ricordato che ancora l’Elba è un’isola da esplorare, raccontando di averla visitata per una conferenza, in occasione dei 50 anni di Italia Nostra, e di aver avuto modo di visitare i suoi piccoli musei definendoli come “veri e propri gioielli”.

Infine Nizzo ha concluso invitando gli elbani ad approfondire la storia del proprio territorio e a diventarne ambasciatori facendola conoscere al pubblico, sottolineando anche la ricchezza naturalistica in cui tutto ciò è inserito.

A questo link le domande a cui risponde in video Nizzo e poste da Cecilia Pacini, presidente della Fondazione Villa romana delle Grotte, presidente di Italia Nostra Toscana e Sezione Italia Nostra Arcipelago Toscano in collaborazione con il Gruppo Aithale.

La mostra è visitabile al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 12 Giugno 2020 al 31 maggio 2021, ed è a cura di Paolo Giulierini, direttore del Mann e di Valentino Nizzo. L’esposizione è realizzata con il coordinamento scientifico di Emanuela Santaniello e con l’organizzazione di Electa.

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