Scritto da  Nunzio Marotti [dalla Rivista Nautilus]

L’articolo di Nunzio Marotti “I 25 anni del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano” è pubblicato dalla Rivista Nautilus (www.nautilusrivista.it), sottotitolo “NavigAzioni tra locale e globale”, con direttore Monica Pierulivo.
Nautilus è una rivista mensile che non parla solo di cultura ma è cultura: nella narrazione di ciò che accade, partendo dai territori locali per spingersi e confrontarsi con altri luoghi. Di volta in volta, si viaggerà nel tempo e nello spazio, cercando di costruire ponti metaforici tra passato, presente e futuro, tra locale e globale, tra centro e periferia, tra competenze diverse, tra punti di vista plurali per offrire, in ciascun numero, non una fotografia dell’esistente bensì un’immagine in movimento di ciò che sta accadendo, che sia foriera di nuove prospettive.

 

Il numero 5 – novembre 2021 è dedicato ai parchi.

I 25 anni del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano
Una sfida culturale che ha trasformato un “incubo” in un sogno
Con Giuseppe Tanelli, primo presidente

 
Ricorre quest’anno il venticinquesimo dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Pnat), avvenuta il 22 luglio 1996. Tra alti e bassi, oggi il Pnat gode di buone relazioni con il territorio e di credibilità internazionale, come più volte sottolinea l’attuale presidente Giampiero Sammuri.
Eppure, nei primi anni Novanta, ci fu nelle isole una forte opposizione sociale e istituzionale alla nascita del Parco.
Fu il ministro Edo Ronchi a portare a compimento l’iter, definendone la perimetrazione dopo un lungo confronto con le esigenze locali.
Negli anni è cresciuta nell’opinione pubblica la consapevolezza dell’importanza della protezione ambientale e dello sviluppo sostenibile a supporto dell’economia locale.
Oggi l’Ente Parco ha raggiunto una credibilità e un ruolo sempre più consolidati, non solo in ambito locale, ma anche a livello nazionale ed internazionale, attraverso la certificazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile di Europarc Federation, con lo straordinario riconoscimento come Riserva della Biosfera Mab Unesco e il prestigioso inserimento nella Green List-Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), primo standard globale per la valutazione delle Aree Protette e massimo attestato mondiale per le aree naturali protette (solo 59 in tutto il mondo e 3 in Italia).

Ripercorrere questi 25 anni qui non è possibile e rinvio al sito www.islepark.it, ma ho comunque pensato di fare una chiacchierata con Giuseppe (Beppe) Tanelli, docente di Geologia all’Università di Firenze, testimone significativo di questa esperienza in qualità di primo presidente del Pnat che non ha mai cessato, con intelligente partecipazione-distanza, di seguirne le vicende fino ad oggi.

Alla fine del suo mandato (2002), è seguito un quadriennio di commissariamenti e poi la nomina alla presidenza di Mario Tozzi (2006-2011) e di Giampiero Sammuri, ancora in carica fino al 2022.


Gli inizi non furono facili. L’Elba si colorò di scritte, vivaci manifestazioni, prese di posizione, ricorsi. Tanelli ricorda vari episodi, fra cui il seguente: come docente di geologia, era stato invitato a commentare agli studenti, riuniti all’Auditorium De Laugier di Portoferraio, un filmato sul ferro dell’Elba. Era il 30 novembre 1996, ed era stato da poco nominato presidente del Parco.
<<quando fu annunciato il mio intervento, citando il Parco Nazionale, dalle ultime file si levò un brusio che crebbe, nell’imbarazzo degli insegnanti, e sfociò in una rumorosa contestazione – racconta Tanelli – Ricordo ancora le scuse di un professore, il quale dimenticava, come gli dissi per tranquillizzarlo, che anche io ero un insegnante. Tornata la calma, visto e commentato il filmato, giungemmo a parlare del Parco Nazionale. Più o meno con queste parole conclusi il mio intervento: il Parco è stato ed è un incubo per molti, un sogno per altri. Di fatto una sfida culturale. Una sfida che potrà essere vinta solo se il Parco saprà trasformare l’incubo in sogno, ed il sogno in una realtà condivisa. Una realtà della quale voi dovrete essere custodi e guide>>.
Da allora molto è stato fatto. <<Il cammino del Parco Nazionale – fra qualche passo indietro e qualche passo di lato – si è fatto più sicuro, accompagnato dalla crescente consapevolezza istituzionale e sociale di quale prezioso valore aggiunto esso sia, per l’ecologia e l’economia turistica dell’Arcipelago, e per promuovere i valori universali della solidarietà e del rispetto dovuto alla “madre Terra” e alle sue diversità biologiche e geologiche>>. E ricorda come, grazie al Parco, sono migliorate tante realtà quali l’ex tonnara dell’Enfola (ora sede del Parco), le dune di Lacona, la sentieristica, le strutture di Capraia, i luoghi (e le iniziative) dell’educazione ambientale. E poi il Volterraio, acquistato sotto la sua presidenza, dove <<incendiari e cumuli di sassi sono il passato e, dai suoi spalti che dominano la rada di Portoferraio, finalmente restaurati e percorribili, si apre un paesaggio magico di natura e di storia>>.
Negli anni Novanta, i concetti dello sviluppo sostenibile e degli effetti del riscaldamento globale non erano diffusi. I tempi sono cambiati. Anche grazie ad Internet viviamo in un “villaggio globale” di 7,8 miliardi di persone, che hanno diritto a cibo, acqua e dignità, e popoliamo un pianeta dotato di una quantità limitata di risorse e di una capacità finita di assorbire rifiuti.
La consapevolezza di tutto ciò è cresciuta sia nei decisori politici ed economici che nelle nostre pratiche quotidiane. Ma il cammino è lungo e difficile (la Conferenza sul Clima di Glasgow insegna) e la Terra non aspetta.
Sottolinea Tanelli: <<I valori della ecologia solidale “per una vita sana e produttiva in armonia con la natura” come dice la Carta di Rio de Janeiro del 1992, vanno conquistati e difesi giorno per giorno. L’ Arcipelago è ancora sede di una grande sfida culturale e materiale>>.
Per lui, assumono importanza alcuni ambiti in cui il Parco può dare un significativo contributo sotto diversi punti di vista. Il primo ambito è quello turistico.
<<Benissimo – dice – l’adozione della Carta Europea del Turismo Sostenibile: occorre organizzarsi tenendo conto del territorio e delle sue risorse e dell’impatto delle presenze>>.
Il secondo è il rispetto degli obiettivi dell’Agenda 2030 e degli accordi di Parigi sul clima: <<E’ utopia dimezzare le emissioni di anidride carbonica entro il 2030? E’ utopia lavorare per un Arcipelago “carbon free”?>>.
E infine, il tema di vitale e globale importanza per noi e per le nuove generazioni: il mare.
<<Dobbiamo in tempi brevi – conclude Tanelli – uscire da quel “limbo normativo” in cui, da un quarto di secolo, si trovano le aree marine protette dal Parco Nazionale, rivedendone “intelligentemente” la perimetrazione e le norme di tutela, come è stato fatto a Capraia e estendendole al mare dell’Elba e del Giglio>>.
Il primo quinquennio del Pnat credo che sia stato produttivo proprio in virtù delle capacità di incontro e di dialogo del suo presidente. Elementi sempre necessari e da non trascurare, in questo tempo in cui cresciamo nella coscienza di essere tutti sulla stessa barca e di dover coniugare globale e locale.

Nunzio Marotti

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