Pubblichiamo una condivisibile lettera di sconforto scritta da un nostro socio alla stampa locale e alla nostra sezione.

Cara Redazione,
sarà pur vero che di questi tempi il nostro mondo e la nostra Isola si trovano a far fronte a problemi ben più gravi. Ciononostante siccome pongo una certa attenzione alla cura delle piante non posso fare a meno di rilevare la straordinaria incompetenza di tanti cosiddetti giardinieri, pubblici e privati.
Laddove non mi sentirei in questa sede di giudicare il privato cittadino in casa propria, ritengo invece altamente biasimevole che si deturpino le piante in ambienti pubblici con i soldi dei contribuenti.
Sembra che i motosegatori nostrani abbiano una particolare predisposizione per il legno del povero tamericio. L’albero di tamericio è una costante spontanea di tanti litorali mediterranei. Il suo profumo, i suoi fiori ci ricordano subito l’ambiente marino, la sua ombra è refrigerio nei pomeriggi estivi, le sue chiome hanno inspirato tanti Macchiaioli. E’ pianta assai resistente le cui radici non disdegnano l’acqua salmastra. Bellissimi ad esempio gli esemplari sulla spiaggia di Concia. Caratteristica del tamericio è il suo portamento irregolare, con tronchi contorti che spesso si accavallano e rami che prediligono lo sviluppo orizzontale. Ebbene dopo lo scempio di Magazzini adesso tocca all’Enfola (vedi foto).
Inspiegabile il motivo per cui si sia voluto infierire su alberi in piena salute rapandoli senza ritegno e senza necessità. Il danno è fatto e per anni sotto la loro chioma non ci sarà un centimetro di ombra. Sorvolo poi sull’impatto estetico …
I proprietari delle concessioni balneari sentitamente ringraziano: i loro ombrelloni non avranno più concorrenza sleale…

Ivo Bandi

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