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Nuovi piazzali e banchine portuali a Portoferraio, isola d’Elba

15 Agosto 2019
by Cecilia Pacini
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L’intervento di maggiore impatto ambientale e culturale dai tempi della costruzione degli Altiforni

Tutte le associazioni ambientaliste e culturali bocciano il progetto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale che prevede l’ampliamento dei piazzali e delle banchine a Portoferraio. Ma le associazioni non sono per il NO, sono per il SI, hanno tantissime idee, tantissime proposte per risolvere i problemi della città e dell’isola.

Noi ci siamo per affermare che siamo propositivi, per vivere in un ambiente risanato. Noi diciamo SI alle navi piccole e medie che già, e sono circa un centinaio l’anno, arrivano a Portoferraio, SI alle grandi navi ma in rada, SI al controllo delle emissioni e dei carburanti delle navi e dei traghetti, SI alla valorizzazione della nostra zona portuale, SI al miglioramento dell’accoglienza, SI alla nascita di un accesso al centro storico della città tutelato, razionale, elegante, permanente, SI alla navigazione minore locale e tra isole, SI al miglioramento del benessere dei visitatori, SI a non considerare Piombino il solo accesso all’Elba, ma comprendere Campiglia con le ferrovie e Pisa con l’aeroporto.

Dei “gabbioni”, spesse reti metalliche anti-terrorismo (?) messe lungo decine di metri all’Alto Fondale qualche anno fa, rimane una traccia simbolica poco prima del molo del Gallo: è bene darci un’occhiata ogni tanto. Il Comune di Portoferraio ha già preso una posizione ufficiale pur aprendo al dialogo in seguito a critiche durante l’ultimo Consiglio comunale. Italia Nostra chiede: qual è l’opinione dei sindaci elbani e dell’Arcipelago Toscano al progetto dell’Autorità Portuale? L’Amministrazione di Portoferraio ha accettato perché interpreta come un miglioramento la trasformazione, in parcheggio e rampa di sbarco, dell’ingresso alla città medicea, già centro storico, ai piedi degli imponenti bastioni, nel cuore della rada di Portoferraio. C’è una contraddizione. Sarà l’intervento di maggiore impatto ambientale e culturale dai tempi della costruzione degli Altiforni nel 1900. Devastante, irreversibile.

Noi vogliamo vivere a Portoferraio, all’Elba, nell’Arcipelago Toscano, ma vogliamo vivere bene.

Un pensiero va all’indimenticata Collana “Memoria e Progetto” sull’Elba e Portoferraio, curata da Marcello Pacini nel 1998, con la quale fu pubblicato uno studio su Cosmopoli a firma del prof. Amelio Fara, tra i massimi studiosi di architettura delle fortificazioni, insieme ad altri testi fondamentali sulla città scritti da Rino Manetti e Giuseppe Massimo Battaglini, quest’ultimo neoconsigliere e responsabile per la Cultura del Comune stesso. Ecco il messaggio ai portoferraiesi che derivò dalla sua presentazione all’Auditorium De Laugier con l’allora Assessore Massimo Scelza: “bisogna raccogliere la sfida, operare un restauro minuzioso in tutte le direzioni. Portoferraio può essere un’attrazione straordinaria per l’Europa intera e l’obiettivo non è utopia, non è infinitamente costosa l’idea di recuperare questa meravigliosa macchina da guerra con molto discernimento e mano leggera”.

Può il solo Angelo Zini, neosindaco dall’enorme responsabilità morale e civile, accettare un progetto così invasivo e stravolgere per sempre la sua città? Si legge nell’introduzione: “L’augurio è che questi volumi siano in qualche modo per non smarrirsi in tale processo di trasformazione, evitando di renderlo banale, radicando un progetto di futuro in un passato nobile e vigoroso in un momento in cui, più che in altri periodi storici, il domani ha un accentuato carattere di incertezza e di indeterminatezza.”


 

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