La fascia costiera della rada, prospetticamente complementare al centro storico, costituisce l’identità del paesaggio di Portoferraio.

In un contesto in cui avanza la banalizzazione del territorio e l’omologazione ad una periferia urbana questa fascia costiera da San Giovanni a Bagnaia, conserva un paesaggio di pregio per la presenza di importanti valori naturalistici, archeologici, architettonici: le zone umide della salina di San Giovanni e di quella delle Prade e dei resti archeologici della villa romana delle Grotte e della fattoria romana del Podere San Marco, il Mulino di San Giovanni, esempio di archeologia industriale di metà ottocento, il Podere della Chiusa, la chiesa di Santo Stefano delle Trane.

La Convenzione europea del paesaggio recita che la gestione dei paesaggi si configura come un insieme di azioni, in una “prospettiva di sviluppo sostenibile, atte a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociale, economico e ambientale”.

Quali azioni di trasformazione rigurderanno nel futuro questa fascia costiera? Quale strumento si può prevedere per raccordare questa fascia costiera con il territorio del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano?

E’ la domanda che gli Indigeni, Legambiente e Italia Nostra potrebbero porre a tutte le forze politiche, negli ultimi anni sempre molto interessate alla destinazione urbanistica di San Giovanni.

Chi festeggerà l’anno prossimo a San Giovanni quando sarà rinnovato il governo della città?Il 24 giugno si può festeggiare la salvaguardia di quei  valori paesaggistici che rappresentano l’identità di un territorio e della sua popolazione.

Paolo Gasparri, Indigeno

Tratto da Elbareport del 24/06/2013

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