Come si arriva, da un passato glorioso, pieno di meraviglie architettoniche che gli architetti e ingegneri di Cosimo de’ Medici curarono in ogni dettaglio, dalle fortezze alle scalinate, le piazze, le cisterne, gli orti e i giardini, all’abbandono e degrado mostrato in queste foto? Questi sono piccoli esempi, scorti per caso passeggiando tra le stradine del centro.
Per la maggior parte noto che non si tratta sempre di grandi lavori di ristrutturazione, quello che servirebbe e’ solo buon senso, buon gusto e cura, normali lavori di manutenzioneda ripetersi e perpetuarsi negli anni con assiduita’ e attenzione, come faremmo a casa nostra. Dei giardini piano piano non rimane che il ricordo, le foto, le testimonianze storiche.
Non vedo differenza tra finestre sventrate, fasci di fili elettrici ammazzettati, e il taglio selvaggio e scriteriato, per esempio, di un glicine storico. C’e’ la stessa superficialita’. Lo shock di ritrovare cosi mutilato il vetusto e imponente glicine dietro la piazzetta Duchoque’, meraviglia assoluta di un angolo cittadino tranquillo, e’ indescrivibile. Chi non ricorda, in piena fioritura, l’avanzare per metri e metri di quei delicati fiori lilla? Solo il glicine della stazione di Campiglia poteva competere. E’ stato lasciato indisturbato per anni, felice di espandersi. Certo, aveva preso il sopravvento, andava contenuto. Contenere significa potare, non tagliare. Chi poi ha mai pensato di mettere in doppia fila, a distanza cosi ravvicinata, in uno stretto vicolo cittadino, tutti quegli allori, pianta che riesce a crescere per metri, allargarsi e diventare forte e preponderante?
Forse e’ arrivato il momento di preoccuparsi davvero del verde pubblico, di considerarlo parte integrante della storia e del valore di una cittadina cosi importante come la nostra. Per offrire il proprio contributo ad una Portoferraio migliore, Italia Nostra Sezione Elba Giglio inaugurera’ presto una nuova inziativa, dedicata al verde cittadino, al paesaggio, urbano ed extra urbano, alla sua importanza culturale e storica.
Colgo l’occasione per ringraziare il gruppo “Aithale – Terra Mare Uomini dell’Arcipelago Toscano”, ed in particolare il prof. Franco Cambi, per l’illuminato articolo appena pubblicato, intitolato “Le molte cose da fare per San Giovanni“, che Italia Nostra condivide e appoggia in modo completo. Un buon paesaggio, che sia piacevole e identificativo del luogo, e’ un bisogno per tutti, produce un senso di benessere, mentre un paesaggio anonimo, piatto, disordinato riduce i freni inibitori, contribuisce al degrado ed ha effetti anche sul comportamento sociale. Si potrebbe azzardare: i nuovi e gravi recenti episodi di vandalismo e furti, senza precedenti all’Elba, possono essere correlati con il degrado ambientale in atto? Volendo ricordare il turismo, si fa turismo anche grazie alla cura dei dettagli, con attenzione alla qualita’ dei luoghi, di tutti i luoghi di una citta’, dai moli sul porto al centro storico e alle sue periferie. Il paesaggio ha un valore economico, e allora e’ lecito chiedersi: quanto vale un ettaro di bellezza?

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