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Un paese civile cura il proprio verde pubblico

10 Agosto 2013
by Cecilia Pacini
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Questi giorni di canicola agostana inducono alcune riflessioni. In paese gli alberi spiccano come i migliori punti freschi, ognuno di noi ha verificato di persona come siano la più gradevole fonte di ristoro sia dal caldo che dall’abbaglio del sole cocente.

La cura, la manutenzione e l’accrescimento del verde cittadino è sicuramente un valido misuratore del livello di civiltà di un paese. In esso è insito il rispetto per l’ambiente ed il rispetto per tutti i cittadini, residenti o meno, giovani ed anziani. E, si badi bene, il verde è un bene “rinnovabile”, esso può continuamente rinascere quando sia ben curato dalla comunità.
La piazza della Repubblica (ex “Giardinetti”) era il polmone verde della città e non un bollente posteggio i cui grandi platani rimasti sembrano sofferenti fantasmi, in attesa dell’evento finale dopo il quale l’amministrazione provvederà drasticamente ad “eliminarli senza rimpiazzo”.

I Giardini delle Ghiaie, realizzati intorno al 1840 su terreno ceduto appositamente alla città dal Granduca, erano un vero splendido giardino con molte essenza arboree ed ombrose piante alto fusto sotto le quali ritrovarsi tutti in ogni stagione. Adesso è un terroso parco, il cui verde, sempre più sparuto,  diminuisce di anno in anno.

Si impongono due osservazioni. L’Amministrazione, privilegiando l’aspetto sociale del lavoro a scapito del risultato dell’oggetto d’appalto, affida la manutenzione del verde a ditte cooperative prive di specifica formazione, con scelta non priva di influenze ideologiche.. La manutenzione del verde pubblico richiede invece competenze professionali non banali del settore: se e quando tagliare, come sostituire e mantenere le essenze, siano essi cespugli od alberi, come far attecchire e mantenere un prato verde, come concimare. Il risultato della scelta è sotto gli occhi di tutti.

Seconda riflessione. Si assiste spesso al taglio delle essenze arboree “senza rimpiazzo”. Inviterei la giunta, maggioranza ed opposizione, a deliberare all’unanimità la sostituzione obbligatoria “uno ad uno” degli alberi tagliati nell’ambito di quelli appartenenti al cosidetto “verde pubblico” allo scopo almeno di mantenere l’esistente patrimonio arboreo di Portoferraio paese (e possibilmente aumentarlo). Non sono soldi sprecati, anzi: sarebbe una dimostrazione di grande civiltà e sensibilità ambientale.
Resta un dubbio: sarà possibile per una Giunta impegnata in grandi progetti trovare quel poco tempo necessario per fare una delibera in tal senso, piccola e semplice ma di enorme valenza ambientale e civile?

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