Il dibattito interessante, ma dai toni feroci, che si sta sviluppando in questi giorni sulla conduzione della Gestione Associata, che rischia di distogliere l’attenzione dei più dal vero cuore della questione, merita davvero attenzione e priorità. Le premesse infatti vanno ben oltre considerazioni di bilancio o di risultati condivisibili.

Le premesse per intervenire sulla nostra economia in crisi sono le migliori che abbiamo mai avuto in questi ultimi anni. Stiamo per rivivere la fase gloriosa dell’EVE, caratterizzata dalla sperimentazione e dai primi successi in un mondo del turismo nuovo, che non conoscevamo ancora veramente. Quando i nostri nonni o i nostri genitori si sono rimboccati le maniche e si sono inventati il turismo elbano del dopo-guerra, hanno dovuto imparare le regole essenziali per fornire un’ospitalità congrua e andare incontro alle richieste dei nuovi turisti. Anche adesso gli elbani devono rimboccarsi le maniche per imparare le nuove regole dell’ospitalità di oggi, che mira a includere anche la primavera e l’autunno, se non proprio l’inverno.

La tassa di sbarco offre prospettive forti e un’autonomia tale da poter fare dei programmi molto più ambiziosi di quanto immaginato solo fino a un paio di anni fa.

I consulenti della Gestione Associata per il Turismo hanno fornito un’analisi precisa di come dovremmo organizzarci il nostro futuro. Le indicazioni sono chiare, condivisibili, interessanti, stimolanti, adatte a portarci nel futuro, piene di spunti. Resta da sapere se i nostri amministratori e imprenditori riescono ad ascoltarle. Come in maniera decisa illustra il prof. Paolo Ricotti, “se io voglio far evolvere l’economia devo definire il mio target del futuro, non quello attuale”. La mia domanda parte da questi inviti e spiegazioni molto convincenti: quanti comuni sono disposti a proporre scelte coraggiose, che possono offuscare l’effetto di un successo immediato, e quanti sono disposti ad attendere qualche anno per poter assaporare i risultati di un vero cambiamento?

Citando ancora il prof. Ricotti, quando ci ammonisce di “fare in modo da avere eccellenze locali, senza aspettare troppo”, ci suggerisce alcuni punti cruciali che meritano di avere la priorità. Per tenerne traccia ci dovrebbe essere una specie di pagella, o di registro, da far firmare a ogni Sindaco, un patto di fiducia e solidarietà reciproca per l’attuazione di alcuni cambiamenti strategici dal valore incalcolabile se concepiti a lungo termine.

  • Il primo è la trasparenza sulla destinazione degli introiti della tassa di sbarco, per mettere davanti alle rispettive responsabilità ogni amministratore che scelga l’utilizzo dei fondi per motivi futili e contingenti.
  • Il secondo punto immediatamente successivo è un vero e ingente investimento sulle scuole.

Thomas Jefferson, uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, il principale autore della Dichiarazione d’Indipendenza, terzo Presidente, Governatore della Virginia, deputato, ambasciatore in Francia, Ministro degli Esteri del Presidente George Washington, nonché uno degli uomini più amati e stimati al mondo, una vera icona dei tempi nostri e del passato, ecco, sulla sua tomba chiese che venisse scritto semplicemente: “Fondatore dell’Università della Virginia”. Ancora oggi, dopo centinaia di anni, la U.V.A. è un’università tra le più prestigiose al mondo, e una tra le più originali e pregevoli anche architettonicamente.

Che cosa fa l’Elba per le sue scuole? I nostri studenti, che oggi studiano e crescono in edifici fatiscenti e trascurati, saranno i nostri amministratori e imprenditori di domani. Il nostro futuro è nelle loro mani, la nostra storia, cultura, professionalità, competenza, immagine che proiettiamo a chi ci viene a visitare passerà attraverso di loro. Italia Nostra Arcipelago Toscano lancia allora questo invito: la tassa di sbarco dovrebbe essere investita in modo cospicuo principalmente per l’istruzione e le scuole elbane.

Oggi mancano professionalità adeguate. Tutte le volte che all’Elba si parla di “OCCUPAZIONE”, ci si riferisce a mano d’opera poco qualificata. Secondo una statistica commissionata due anni fa, l’accesso all’università dei nostri studenti è 1-30. Inoltre all’Elba mancano tecnici, manca personale specializzato e vario.

Nel settore alberghiero:
La maggior parte dei capi servizio impiegati all’Elba è composta da persone non elbane. Dov’è una scuola alberghiera di prestigio, rinomata nel mondo, o semplicemente in Italia, che prepari i nostri giovani al futuro, per rimanere e maturare all’Elba? manca un’istruzione organica, nonostante esistano episodi, manifestazioni o corsi di pregio ma non continuativi.

Artigianato:
Oggi iniziano, timidamente innovative, alcune attività di nicchia, ma in generale non esiste originalità nemmeno nelle professioni: mancano gli artigiani, manca originalità di prodotto. È strano, perché invece è dimostrato dalla realtà locale che l’artigiano che riesce a creare un prodotto di qualità e originalità viene premiato dal mercato. I Comuni dovrebbero privilegiare i piccoli artigiani, ma non vengono proposti adeguati incentivi fiscali, agevolazioni comunali, percorsi di formazione e sostegno, né vengono cercati e applicati in modo sufficientemente evidente progetti di formazione di giovani a livello italiano o europeo.

Cantieristica e portualità:
Dove sono i tecnici specializzati, gli esperti preziosi che attirano fiducia e clientela di nicchia, gli ingegneri nautici, i maestri d’ascia? Oggi abbiamo operai, qualche meccanico. La scuola nautica ha un senso all’Elba? Quanti comandanti dei traghetti sono elbani? Quanti skipper di grandi o piccoli yatch licenziamo nei nostri mari?

Geometri:
Abbondano invece i geometri. Ogni anno l’istituto ITGC diploma più di trenta geometri l’anno, a volte il doppio. Si può riqualificare un corso di studio che in effetti è tra i migliori all’Elba? Quale futuro possiamo davvero dare loro? Si è creato un folto gruppo di geometri elbani che, indirizzati su questa strada dai rispettivi genitori nella speranza di un futuro promettente, orientano e indirizzano invece il futuro di un’isola che è ormai satura di questo tipo di professionisti.

Cultura:
Il vero settore trainante invece, come confermano dati da tutto il mondo, è la Cultura, che diventa motore vero di tutta un’economia. Investire in musei, fare rete, non ritirarsi nelle proprie nicchie, allargare i contatti, fare promozione culturale, sono solo alcuni dei numerosi aspetti in cui questo settore si può e deve evolvere e maturare. Sono pronti i Comuni a osare innovazione in questo settore? Chi gestirà i musei o i centri culturali del nostro futuro? Non certo il classico impiegato che strappa i biglietti, ma imprese culturali, con una gestione innovativa che comporti la crescita e formazione di giovani diversi da quelli che conosciamo oggi. Un esempio per tutti è “Archeo Color APS”, alla Villa Romana delle Grotte, la scorsa estate, con tre giovani laureate, non elbane, che si sono trasformate in tre giovani imprenditrici.

Scienze/Natura:
Si parla di PNAT, del Parco dei Cetacei, di archeologia, di paleontologia, entomologia, geologia, botanica, … tutte aree in cui l’Elba o l’Arcipelago Toscano hanno punte di eccellenza. Ricercatori da tutto il mondo continuano a venire a trovarci per studiare le nostre terre, la nostra natura, i nostri minerali, la nostra storia. Quanti di questi ricercatori sono elbani?

Il prof. Ricotti identifica “la strabordante presenza della natura, vissuta come elemento forte ed esclusivo” come uno degli argomenti strategici per il nostro futuro. Ecco allora che, oltre agli scienziati, servono anche le Guide ambientali. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano si sta adoperando in questo senso con corsi, aggiornamenti e selezioni. Ma fare la guida è un impegno e una competenza che va oltre questi brevi corsi, potrebbe nascere come un percorso scolastico e formativo che ora è carente. Allo stesso modo possiamo parlare delle Guide culturali: ne servono tantissime, tante quanti sono i nostri musei, quelli già aperti ma tenuti sonnolenti, quelli da creare, quelli all’aperto, al chiuso, in ogni Comune. È una professionalità da definire, da curare, perché le guide spesso sono l’interfaccia con i nostri ospiti.

Lingue:
La conoscenza dell’inglese all’Elba è insoddisfacente. Una vasta maggioranza delle nostre guide parla un inglese scolastico, il francese e il tedesco sono le sole lingue alternative. Pochissime sono le pubblicazioni tradotte. Serve investire anche in questo settore. Mancano libri, pubblicazioni nelle lingue straniere più utili.

L’Assegno disoccupazione:
Per anni questo cuscinetto sociale, motivato dalla crisi occupazionale invernale, ha prodotto dei grandi benefici e ha salvato molte famiglie da un evidente disagio economico, ma contemporaneamente ha prodotto anche effetti devastanti. Una dicotomia di vita e di energie, di speranze e di immaginazione tra l’estate concitata e un inverno in attesa, ha anestetizzato intere generazioni di giovani elbani.

Il meccanismo automatico di ricevere un assegno garantito da almeno sei mesi di occupazione estiva, per poi completamente “staccare”, partire, disinteressarsi dell’isola d’Elba, ha generato la mancanza di una spinta emotiva per migliorarsi, per scovare soluzioni innovative a uno stile di vita consolidato negli anni.

Durante i sei mesi di disoccupazione sarebbe auspicabile la misura altamente impopolare di introdurre l’obbligo di :

  • presentarsi almeno una volta al mese all’ufficio disoccupazione per dimostrare di fare il possibile per cercare un impiego;
  • offrire un servizio civile per la comunità o per la conservazione della natura.

Piano paesaggistico Regione Toscana:
Si parla molto del Piano Paesaggistico della Regione Toscana. I punti più rilevanti per il nostro esempio elbano della tassa di sbarco sono riconducibili ad alcuni principi del piano: si deve impedire di continuare a sfruttare in modo sistematico le campagne elbane. Il nostro territorio deve essere protetto e deve naturalmente tendere al “bello”. Il “bello” è molto facile da definirsi, perché attualmente l’isola d’Elba è “in disordine”, è spesso impresentabile, sporca, mal funzionante, approssimativa, se pure circondata da una cornice naturale e marina ancora eccellente, ma dalle risorse sempre più limitate. Alla fine della stagione estiva gli elbani sono esausti, e con essi anche l’Elba, strapazzata ovunque.

Il minimo da chiedere a tutti i Comuni, prima ancora di dedicarsi alla promozione tradizionale, è questo:

  • Lavorare in sintonia e coralità di intenti, tenendo presente che non siamo solo otto Comuni divisi, ma siamo un’isola parte di un Arcipelago Toscano in altrettanta crescita e evoluzione;
  • Non privilegiare il turismo dei mesi di alta stagione, ma privilegiare quello del resto dell’anno, cioè fare esattamente il contrario di quello che è la prassi comune;
  • Curare le strade e gli spazi pubblici;
  • Privilegiare i mezzi pubblici (taxi, bus, navette marittime; aerei; navi);
  • Mettere in cima alle priorità il porto commerciale di Portoferraio, vetrina per tutta l’isola, congiunta di tutti i Comuni. Dovrebbe diventare il primo parco cittadino di Portoferraio, accogliente, efficiente, decoroso e non il monopolio incontrastato dell’Autorità portuale;
  • Insieme al porto l’ospedale è un’altra vetrina di un paese civile e educato, è un bene pubblico che merita di essere curato sia come struttura medica ma anche come accoglienza decorosa degli spazi pubblici, e i turisti sono i maggiori frequentatori del nostro ospedale per almeno quattro mesi l’anno. [Dalle grandi questioni ai piccoli futili esempi che fanno la differenza: con gli introiti della tassa di sbarco si potrebbero comprare due ascensori esterni, dovrebbe essere sistemato il parcheggio, dovrebbe sparire l’effetto “Beirut”, si potrebbero semplicemente mettere delle poltroncine decorose nella sala d’aspetto del Pronto Soccorso];
  • Il degrado urbano e extra-urbano dovrebbe sparire;
  • Il verde pubblico dovrebbe essere rivalutato;
  • L’inquinamento luminoso esagerato dovrebbe essere modulato;
  • Le linee dell’Enel che adesso intersecano le nostre campagne dovrebbero essere interrate il più possibile per far sparire i crescenti e imponenti tralicci.

La lista degli interventi comunali da realizzare con la tassa di sbarco rimane infinita, circondata da una grande aspettativa, perché in effetti è una ricca occasione per interventi, suggerimenti e contributi.

L’unica considerazione, principale, che rimane, è una sola: nessun turista “per bene” torna mai più in un luogo dozzinale, con un’accoglienza non professionale di alto o buon livello. L’Elba è bellissima di per sé, ma noi, belli dentro, lo siamo altrettanto? Non basta la pubblicità, non basta urlare al mondo quanto siamo bravi, possiamo assumere i migliori consulenti del mondo, ma, poi, è compito nostro rimboccarsi le maniche, lavorare, in maniera corale, impegnarsi, meritarsi il successo, per crescere senza egoismo, con lungimiranza.

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